OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
C'è «clima teso tra lavoratrici e lavoratori che – da oggi – hanno messo in atto azioni di protesta forti». Una vera bomba sociale pronta a esplodere con decine di impiegati, disposti a fare di tutto per salvare il proprio posto di lavoro. Questa l'aria che si respira all'esterno della sede della Regione Campania in via Santa Lucia dove già questa mattina i lavoratori della Whirlpool hanno chiesto di essere ricevuti dopo una protesta che si è mossa per le strade del quartiere. Un tentativo estremo di portare le proprie istanze ai rappresentanti della giunta De Luca, a cui i dipendenti della multinazionale chiedono di muoversi per scongiurare il peggio. Già dal 1 luglio, infatti, l'azienda ha reso noto di voler mettere in atto la procedura di licenziamento collettivo che segnerebbe la fine di oltre due anni di lotta.
«Noi ci crediamo ancora – afferma l'Rsu-Uilm Vincenzo Accurso – e per questo siamo in strada anche stamattina. Perché vogliamo che anche la Regione sia dalla nostra parte in questa battaglia per la dignità. Non abbiamo mai mollato e ora lo dimostreremo ancora di più. Perchè ci sono centinaia di persone che vivono con questo lavoro e non capiamo come mai in altre zone del paese si investa assumendo lavoratori interinali mentre qui si chiude. Siamo esasperati perché non siamo stati ascoltati da nessuno dei tre governi con cui abbiamo parlato fino a oggi. Ma noi andiamo avanti. Adesso più che mai gridiamo forte che Napoli non molla».
Nessun passo indietro insomma da parte dei lavoratori e delle sigle sindacali che chiedono la proroga del blocco dei licenziamenti. Primo obiettivo da raggiungere in questi ultimi cinque giorni di speranza. «Bisogna fare di tutto per ottenere questa proroga – dichiara il segretario della Uil Campania Giovanni Sgambati – Auspichiamo che la regione si schieri con noi per arrivare a questo risultato perché questa vertenza, non è accettabile per una realtà come quella napoletana.
Il Mattino