Whirlpool Napoli, lavoratori in partenza per Roma: «Non c’è più tempo, bisogna agire»

Stanchezza, rabbia e «delusione principalmente da parte del governo» è questo lo spirito con cui questa mattina circa 150 lavoratori della Whirlpool di...

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Stanchezza, rabbia e «delusione principalmente da parte del governo» è questo lo spirito con cui questa mattina circa 150 lavoratori della Whirlpool di Napoli sono partiti alla volta della capitale. Dove alle ore 14 al Mise andrà in scena l’ennesimo tavolo – il 30esimo – sulla lunghissima vertenza dello stabilimento di via Argine, chiuso dallo scorso 31 ottobre 2020. 

Ora difatti, dopo quasi 900 giorni di lotta e circa due anni e mezzo di vertenza, conditi da promesse di tutti i tipi dall’esecutivo, il tempo davvero non c’è più ed i circa 320 operai napoletani arrivano al ministero dello Sviluppo Economico per la prima volta con le lettere di licenziamento collettivo a seguito. Intorno alle 10 così i 4 pullman che ospitano i lavoratori sono partiti dalla fabbrica di Ponticelli in direzioni Roma Termini dove da lì gli stessi metalmeccanici partiranno con un corteo che si concluderà sotto l’esterno del dicastero dello Sviluppo, dove si attende la presenza, al momento ancora incerta, dei ministri Andrea Orlando (Lavoro) e Giancarlo Giorgetti (Sviluppo Economico). 

«Arriviamo a Roma – racconta la lavoratrice Italia Orofino - sempre con la stessa determinazione, ora più che mai. Adesso è il momento che tutte quelle parole, che ci sono state dette in questi due anni e mezzo, il governo deve metterle in campo. E’ il momento di non prendere altro tempo per perdere tempo, quello che hanno fatto fin ora. Bisogna agire, ci aspettiamo la concretezza di quelle promesse che ci sono state fatte e da Roma, con tanta determinazione e tanta rabbia, non andremo più via se non arriveranno certezze su quello che sarà il nostro futuro».

«Io non posso abbandonare i miei figli – chiarisce amareggiata Orofino -  per andare al Nord, ma questo non era il governo della ripartenza al Sud? Come ripartiamo dal Sud, partendo per andare al Nord? No io resto qui» precisa la lavoratrice che come i suoi colleghi ha tempo fino al 30 novembre per accettare o declinare la buona uscita proposta dall’azienda (85mila euro) o la nuova assunzione a circa 900 chilometri di distanza, nel sito di Cassinetta in provincia di Varese. 

Mentre oggi dal Mise si attendono anche nuovi aggiornamenti per quanto riguarda il possibile consorzio, proposto dal governo negli ultimi mesi, al fine di traghettare i lavoratori verso un lungimirante piano di reindustrializzazione della fabbrica ma che, almeno per il momento, sembra solo un salto nel buio.

«Speriamo soltanto che si possa dare un futuro certo a questo consorzio – spiega l’operaio Salvatore Dolce, in Whirlpool da ben 34 anni - È assurdo che ancora oggi si consente a quest’azienda di assumere un atteggiamento nei nostri confronti direi oltraggioso. Ci hanno licenziato senza neanche aspettare il nostro rifiuto al trasferimento che loro stesso avevano proposto e a quei pochi che avevano mostrato interesse a questo trasferimento (a Varese ndr) hanno semplicemente risposto che in realtà non si trattava di un trasferimento ma di una nuova assunzione con l’azzeramento di tutti i requisiti maturati in questi anni di lavoro nel settore. E’ un comportamento vergognoso di fronte al quale si nota un silenzio assurdo delle istituzioni».

«Speriamo – prosegue Dolce - che il ministro Orlando, che solo qualche  mese fa criticava i colleghi della maggioranza di governo, ora passi dai proclami ai fatti».  

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Il Mattino