Why Not, De Magistris condannato. Mastella: «Si dimetta subito e paghi i danni»

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«Nulla potrà mai ripagarmi. Quella inchiesta mi travolse sul piano umano e sul piano politico», confessa Clemente Mastella, ministro della Giustizia nel 2007, quando Luigi de Magistris, allora pm a Catanzaro, sconvolse il mondo politico con l'inchiesta Why Not.



La prima reazione, quella istintiva, qual è?

«Potrei dire di essere soddisfatto, contento. Le dico invece, con profondo rammarico, che quella vicenda ha cambiato la storia politica del Paese. Fui dipinto come un mostro, lui il simbolo della legalità, io il simbolo della illegalità. Da allora tutto è precipitato».



Si può dire che dopo questa sentenza prova allo stesso tempo sentimenti di rabbia e di euforia?

«Ricordo i cortei contro di me, contro l'Udeur. Il mio partito fu trattato come un covo di delinquenti. Ricordo le trasmissioni televisive, c'era Michele Santoro, se non sbaglio con "Anno zero", che puntualmente faceva puntate contro. Ci fu una eccitazione popolare a favore di de Magistris alimentata dai media. Si volle far passare il messaggio che lui, magistrato, era una persona perbene e io, politico, ero il male assoluto. E lo dice uno che da ministro della Giustizia provò anche a dialogare con la magistratura».



Quell'inchiesta fu uno spartiacque. Nel 2007 era ministro della Giustizia del governo Prodi, governo che a gennaio dell'anno dopo sarebbe caduto anche per le sue dimissioni dovute a un'altra inchiesta, quella di Santa Maria Capua Vetere in cui fu coinvolta sua moglie. Oggi si sentirebbe di pensare a un complotto?

«Non so se ci sia stato un complotto. So, invece, che l'inchiesta di Catanzaro ha segnato un cambio di passo della democrazia. Ci fu un utilizzo illegittimo delle intercettazioni, ci fu il tentativo di delegittimare un governo e una classe politica e la successiva inchiesta di Santa Maria Capua Vetere fu la conseguenza di quella di Catanzaro. Il risultato di quelle due inchieste è che fui messo letteralmente fuori gioco».



Troppo potere della magistratura?

«Se un magistrato può arrivare a disporre intercettazioni illegittime significa che si è superato ogni limite. C'è la interpretazione di un potere dello Stato come potere assoluto che va oltre qualsiasi riferimento costituzionale. È vero, oggi dopo otto anni, arriva una sentenza. Ma che ci faccio dopo otto anni?».



Lei si dimise da ministro per un avviso di garanzia, de Magistris dovrebbe dimettersi da sindaco per la condanna?

«Deve dimettersi. Subito».




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