Zerocalcare: "Napoli è un bel macello ". L'Isis? "Smitizziamoli, sono solo drogati"

Vive il successo con la leggerezza dell'effimero e il portamento da adolescente. Zerocalcare, a Napoli in occasione del Comicon, incassa il successo del suo ultimo lavoro,...

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Vive il successo con la leggerezza dell'effimero e il portamento da adolescente. Zerocalcare, a Napoli in occasione del Comicon, incassa il successo del suo ultimo lavoro, "Kobane Calling" (edito da Bao Publishing). Tre viaggi in meno di un anno, alla scoperta di Turchia, Iraq, Siria e Kurdistan come i telegiornali non li raccontano.  Le macerie di Kobane e un popolo intero in guerra per difendere il proprio diritto a esistere, proteggendo confini labili, non sanciti da alcun atlante geografico.


Un documento toccante, personale, a metà tra il diario di viaggio e il graphic journalism, per raccontare un'utopia possibile nel cuore di una terra contesa e difesa. Zerocalcare analizza con sguardo lucido e ironico una delle più importanti battaglie per la libertà silenziosamente in corso nel mondo. Michele Rech, premio Strega con "Dimentica il mio nome", dopo "Con il cuore a Kobane", un racconto a fumetti sull’assedio della città al confine turco-siriano, e "Ferro e piume", cronache di un pomeriggio in Rojava, il Kurdistan siriano, esce appunto con "Kobane Calling", sua settima fatica.


 

Prima di affrontare il viaggio che lo ha condotto a Kobane racconta di aver avuto ma poi accade qualcosa: "La guerra vista da vicino dà percezione di normalità", rivela. Tanto che persino l'Isis secondo l'artista "va raccontata non attraverso i linguaggi e i filmati che diffonde quanto piuttosto attraverso i punti deboli e gli aspetti umani: gli estremisti sono imbottiti di droghe, ciondolano e appena finisce l'effetto tradiscono i compagni e non si rendono conto neppure perché stanno combattendo. Sono allo sbando".


Zerocalcare, che assicura di non voler "tradire il fumetto con il romanzo", non teme di smettere: "Faccio fumetti finché mi riesce altrimenti torno alle ripetizioni di francese". Dichiara, quindi, il suo amore per Napoli conosciuta attraverso i suoi "fratelli nei centri sociali": "Se dovessi disegnarla nelle mie bozze sarebbe un macello, un bel macello". Lucida anche l'analisi dei mali di Roma: "C'è un grande consumo di cocaina". Nella sua vita, invece, non c'è spazio né per le droghe né per il fumo: "Non fumo perché non voglio dipendenze e voglio essere nel pieno delle mie facoltà e del mio autocontrollo". Leggi l'articolo completo su
Il Mattino