“Abisso”, ​al museo Madre la presentazione del libro di Christian Leperino

“Abisso”, al museo Madre la presentazione del libro di Christian Leperino
Lunedì 19 ottobre, alle 18.00, nella sala Piazza Madre del museo d’arte contemporanea della Regione Campania, sarà presentato il volume...

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Lunedì 19 ottobre, alle 18.00, nella sala Piazza Madre del museo d’arte contemporanea della Regione Campania, sarà presentato il volume “Abisso” (2020), catalogo della mostra omonima di Christian Leperino, edito da iemme edizioni, Napoli. Dopo l'introduzione di Luigi Solito, con l'artista interverranno la presidente dell’Associazione “Amici di Gabriele Mattera”, Anna Cristina Mattera, e il curatore della mostra, Davide Sarchioni; modererà Francesca Amirante.

Il progetto Abisso, l'installazione site-specific dedicata da Christian Leperino al Castello Aragonese di Ischia, è stato ideato e sviluppato dall'artista grazie alla collaborazione con l'Associazione “Amici di Gabriele Mattera” nell’arco di due anni fino all’inaugurazione della mostra nel luglio 2019. 

Leperino è riuscito a intessere un dialogo di straordinaria sensibilità con alcuni dei luoghi più suggestivi della rocca, dalle rovine della Cattedrale dell’Assunta alla sua antica cripta affrescata, dalla chiesa settecentesca dell’Immacolata agli spazi del convento di Santa Maria della Consolazione, calandosi nell'abisso, nelle profondità della storia per far riemergere i reperti di una memoria collettiva.

Il volume che oggi vede la luce, a distanza di un anno, restituisce la suggestione e l'intensità poetica di quel progetto, anche grazie alla sapiente direzione artistica di Raffaello Lamonaca e allo sguardo sensibile delle foto d'autore di Marco Albanelli e Abdullah Ferdinando Ottaviano Quintavalle, facendo rivivere, pagina dopo pagina un'installazione diffusa, organica, eppure ricca di sfumature nelle molteplici tonalità espressive, modulate dalla collocazione di ogni opera che asseconda il diverso “respiro” degli spazi del Castello in dialogo con la natura dell’isola. Dall’intimità della penombra sotterranea alle improvvise aperture d’orizzonte sulle terrazze, in un lavoro che definisce gradualmente la visione complessiva di un «paesaggio di memorie stratificate, scandito da presenze candide e immobili che, come miraggi di bellezza e macerie della storia, amplificano le suggestioni del Castello, creando sospensioni emotive tra pathos e stupore».

 

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Il Mattino