Al Pio Monte della Misericordia l'esposizione permanente di Jan Fabre

Al Pio Monte della Misericordia l'esposizione permanente di Jan Fabre
«Mi sento un nano davanti ai giganti» Jan Fabre è considerato una delle figure più di spicco dell'arte contemporanea internazionele, eppure non...

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«Mi sento un nano davanti ai giganti» Jan Fabre è considerato una delle figure più di spicco dell'arte contemporanea internazionele, eppure non nasconde l'emozione di essere esposto in modo permanente al Pio Monte della Misericordia di Napoli, dove è custodito l'inestimabile capolavoro di Caravaggio con "Le opere di Misericordia". 

 

Le quattro sculture in corallo realizzate dall'artista belga andranno ad aumentare il ricco patrimonio della cappella del centro storico partenopeo «In questo modo si completa, ancora di più, il programma originario dell'allestimento della chiesa» ha commentato Luigi Pietro Rocco di Torrepadula, Governatore al patrimonio storico artistico del Pio Monte della Misericordia.

Le sculture, dal titolo La Purezza della Misericordia, La Libertà della Compassione, La Rinascita della Vita e La Liberazione della Passione, rappresentano attraverso la simbologia e l'iconografia, un dialogo con i dipinti seicenteschi che già si trovano nella famosa chiesa. Ogni statua è alta 110 centimetri e pesa all'incirca 50 kg, sono impreziosite, inoltre, dal corallo di cui sono ricoperte e che prende la forma di roselline, perle e piccoli cornetti. Al centro di ogni opera un cuore, simbolo della fisicità dell'uomo, ma anche della spiritualità, e, allo stesso tempo anche di compassione e amore universale.

A ciascuno dei cuori sono legati elementi diversi: alla Purezza e alla Misericordia della prima scultura c'è il giglio, simbolo dell'immacolata purezza di maria; ritroviamo poi, sempre nella stessa statua, anche la mascella d'asino, un simbolo proveniente direttamente dal quadrodi caravaggio e che indica il precetto del "dar da bere agli assetati".
Nella seconda opera, invece, la libertà è rappresentata dalla colomba, mentre nella scultura successiva troviamo l'edera, figura della resurrezione, mentre nell'ultima c'è la torcia, simbolo di illuminazione e speranza, oltre alla chiave, simbolo per eccellenza di San Pietro.


«L'installazione resterà qui per sempre, proprio come è successo per caravaggio più di 400 anni fa. Al centro c'è il cuore che si ricollega al sangue e al corallo, materiale utilizzato per questi lavori. L'associazione ricorda anche la mitologia. Il corallo, infatti, nasce dalla testa di Medusa. Un elemento importante per la nostra terra, bagnata dal Mediterraneo, ma anche al fuoco, altro simbolo della nostra città» ha detto la curatrice della mostra Melania Rossi e ha continuato:«Jan Fabre ha ripreso la simbologia degli artisti già presenti e di quella legata alla città e ne ha fatto un capolavoro». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino