Al Sannazaro in scena «Dov'è la Vittoria», storia (del 2018) di una leader di destra candidata premier

Lo spettacolo del collettivo Bestand in scena oggi e domani al teatro Sannazaro

Lo spettacolo del collettivo Bestand in scena oggi e domani al teatro Sannazaro
Nel 2018 un gruppo di autori scrisse uno spettacolo dalla trama che allora sembrava surreale, una provocazione: una donna di estrema destra era candidata a diventare la prima...

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Nel 2018 un gruppo di autori scrisse uno spettacolo dalla trama che allora sembrava surreale, una provocazione: una donna di estrema destra era candidata a diventare la prima premier italiana. Si chiamava “Dov’è la Vittoria” e Agnese Ferro, Giuseppe Maria Martino e Dario Postiglione dicono: «Quando abbiamo cominciato non immaginavamo che ci saremmo trovati a specchiarci nella realtà politica di questi giorni». Non lo immaginavano, eppure l’arte anticipa anche quando non ritiene di farlo: così lo spettacolo del collettivo Bestand, che va in scena oggi e domani al teatro Sannazaro alle 21 (coprodotto da Teatro di Napoli e Casa del contemporaneo), assume un’attualità spiazzante. Diretto da Martino e interpretato da Martina Carpino, Luigi Bignone, Antonio Elia, “Dov’è la vittoria” da allora è stato rappresentato diverse volte e ha vinto vari premi. È il racconto del processo di costruzione di un personaggio pubblico e parte da un espediente metateatrale: durante una giornata di prove tre attori delineano la figura politica di Vittoria Benincasa, una giovane donna che ha i carati cattivi dell’eroina dei fumetti. Vittoria è alla vigilia di una sfida, sta per tenere un comizio in un centro sociale di sinistra di Roma, così si scoprono alcuni passaggi della sua formazione ideologica. 

Trasformista, populista, senza scrupoli. Femminile ma non femminista, Vittoria incarna «una nuova specie di animale politico che negli ultimi anni si sta affermando in tutto il mondo. Nuovo animale che ha certe caratteristiche: nessuna convinzione di fondo, nessuna ideologia, nessuna fede. Il suo obbiettivo è uno solo: il potere, come soddisfazione o rivincita dell'ego», scrive Edoardo Erba nella prefazione al testo che è stato pubblicato dalla casa editrice ChiPiùNeArt. La reference visiva è il mondo dei fumetti Marvel e DC e chi guarda le fotografie di gioventù dell’attuale primo ministro, nei panni della draghetta Khy-ry, tra le mitologie fantasy e i meeting di Atreju ispirate al protagonista de “La storia infinita”, non può che restare impressionato dalla visionarietà anche estetica del testo. Tanto che, esorcizzando le formule di rito, gli autori ci tengono a precisare: «Ogni riferimento a persone esistenti, fatti realmente avvenuti, personalità pubbliche, contingenze storiche è una tragica coincidenza che non riusciamo spiegarci».

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Il Mattino