All'Asilo la marginalità in scena con il Teatro civile meridionale

All'Asilo la marginalità in scena con il Teatro civile meridionale
In ideale prosecuzione di “Festibàl” – festival che accoglie le danze del basso Mediterraneo –, parte questo venerdì all’Asilo (vico...

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In ideale prosecuzione di “Festibàl” – festival che accoglie le danze del basso Mediterraneo –, parte questo venerdì all’Asilo (vico Giuseppe Maffei 4, per maggiori informazioni sito e pagina Fb) “Tcm - Teatro civile meridionale”. La rassegna vuole riallacciare un legame tra identità, sollecitare un riconoscimento reciproco, instaurare un dialogo tra caratteristiche più e meno simili ma comunque condivise e condivisibili, sviluppare un atto collettivo – attraverso, ovviamente, l’atto teatrale.  


Ma qui, oltre al bacino che comprende i sud dell’Italia – o le Italie del sud –, c’è un nuovo filo conduttore a unire gli interventi, un racconto che si fa tormentato comune denominatore. Quello della o delle marginalità.

E dunque, Napoli si fa centro di accoglienza, smistatrice, luogo di confronto per queste «marginalità dei modi di vivere, maniere locali prossime a un seme fondativo comune; marginalità delle questioni, delle istanze attualissime solo a quelle comunità». 

Tutto questo, ovviamente, con la voglia e l’obiettivo di costruire delle vicinanze. 
 
Ma veniamo agli spettacoli: al momento il programma, che resta aperto, comprende cinque spettacoli, di altrettanti autori di diverse zone del Meridione. Si andrà in scena sempre alle 21, e ogni serata prevede anche una cena tradizionale di ciascuna zona. 

Si comincia, si diceva, questo primo marzo (per terminare il 13 aprile), e lo si farà con “Bollari: memorie dallo Jonio” di e con Carlo Gallo (con la collaborazione artistica di Peppino Mazzotta e i costumi di Angelo Gallo).

È lo stesso autore a raccontarne qualcosa: Da anni raccolgo e appunto storie di anziani della mia terra. La cosa che più mi sorprende sono le immagini nitide, rimaste impresse nella memoria fin da bambini, di questi signori. Altra cosa meravigliosa è la musica con cui questi fatti vengono raccontati. Bollari è un suono della Calabria, è un grido d’amore». 

Bollari è l’attimo in cui i pescatori calabresi avvistano in mare i tonni, tradotto in un urlo, un suono di gioia, che pare però trasformarsi anche in un grido di battaglia, seguito com'è dalla pratica illegale di lanciare in acqua bombe che gli consentano di catturare più pesce possibile. Quel grido è il simbolo di una lotta per la sopravvivenza che si nutre di fame, felicità, espedienti mortali. 


Questi gli altri spettacoli: domenica 10 marzo, “Epica fera”, di e con Gaspare Balsamo (musiche di Francesco Salvadore); giovedì 21 marzo, “Petrolio”, di e con Ulderico Pesce; martedì 26 marzo, “L’albero”, di e con Nicola Conversano; sabato 13 aprile, “Sacra famiglia” di e con Nunzio Caponio.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino