Alle Conversazioni in Floridiana si parla di fiori nell'arte francese dell'Ottocento

Alle Conversazioni in Floridiana si parla di fiori nell'arte francese dell'Ottocento
Pensate in modo che i temi degli incontri dialoghino con i pezzi delle collezioni del museo, le “Conversazioni in Floridiana” sono quest’anno dedicate al binomio...

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Pensate in modo che i temi degli incontri dialoghino con i pezzi delle collezioni del museo, le “Conversazioni in Floridiana” sono quest’anno dedicate al binomio “Natura e arti”: il progetto – ideato e curato dalla dirigente del Miur Mariateresa Sarpi e da Luisa Ambrosio, direttore del Museo duca di Martina, in collaborazione con il Cidi – prevede appuntamenti il sabato mattina (questa settimana alle 11, nel Salone delle feste; via Cimarosa 77, maggiori informazioni alla pagina Fb), che affrontano di volta in volta argomenti differenti, tra arte, letteratura, teatro e musica. 


Stavolta, ospite della rassegna sarà Annalisa Aruta – docente di Letteratura francese alla Federico II – con una conversazione su “Sinfonie floreali francesi. L’arte, la letteratura e la moda dell’Ottocento”. Più precisamente, protagonisti saranno i fiori, che già dal Settecento cominciarono a invadere e caratterizzare libri e opere, dipinti e abiti. 

Ma la tendenza aveva basi scientifiche: fu lo studio della botanica – affermatosi proprio all’epoca, in Francia, anche grazie alle nozioni che viaggiatori e naturalisti portarono indietro da paesi lontani – a dare impulso a una nuova creatività.

Non a caso, il massimo esponente di questo genere fu botanico oltre che artista: Pierre-Joseph Redouté venne soprannominato addirittura il “Raffaello dei fiori”, e famosi furono i suoi quadri e le “vélins” – finissime pergamene dipinte. 

Ma anche la letteratura e la moda portarono i segni delle nuove ispirazioni: autori come Chateaubriand, Hugo, Balzac o Sand se ne fecero affascinare; o anche come Fanny Reybaud, i cui romanzi caraibici erano ricci di descrizioni del mondo vegetale. 

E poi ancora, le riviste di moda indussero le donne a appassionarsi ai nuovi motivi, e gli artigiani non mancarono di creare abiti e cappelli, accessori ma anche oggetti. 
Come si diceva, gli incontri dialogano con la struttura che li ospita, e così si potranno ammirare anche «numerose, raffinate testimonianze: figure di dame con fragili abiti decorati a fiori, servizi da tavola e oggetti da toletta con motivi floreali». 


Il prossimo appuntamento è sabato 9 marzo: “Teatri di verdura” con Francesco Cotticelli, docente di Storia del teatro e dello spettacolo, della Federico II. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino