«Gli Ozi di Ercole», venerdì 21 ottobre l'incontro con Sirano e Vanoli

«Gli Ozi di Ercole», venerdì 21 ottobre l'incontro con Sirano e Vanoli
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L'edizione di quest’anno de «Gli Ozi di Ercole» - da un’idea del direttore Francesco Sirano con Gennaro Carillo, direttore artistico - si intitola Il materiale della vita/ la vita materiale, perché punta l'attenzione su alcuni degli oggetti del sito dell'antica Herculaneum, come i legni, il mare, l'ambiente naturale di piante e vegetazione e si inserisce a perfetto coronamento della mostra Materia. Il legno che non bruciò ad Ercolano, che aprirà prossimamente alla Reggia di Portici. Venerdì 21 ottobre alle 20, presso Villa Campolieto, a Ercolano, si terrà il quarto appuntamento del ciclo: Il racconto degli oggetti con Francesco Sirano e Alessandro Vanoli. Vanoli, scrittore di lungo corso, ha una predilezione da sempre per le storie di mare e dunque concentrerà la sua attenzione sugli oggetti di legno tipici delle civiltà che sul mare affacciano, crescono e prosperano: «Il racconto di questi oggetti sarà l’occasione per indagare il Mediterraneo inteso come mondo di scambi e di culture.

Attraverso la storia del legno è possibile capire come e quanto queste civiltà si siano mescolate. Ercolano con i suoi oggetti di legno è poi un unicum nel mondo antico. La lava lì ha funzionato come la sabbia a Pisa o certe torbiere del Nord, operando per noi uomini del futuro un vero miracolo». E se Vanoli approfondirà l’oggetto legno legato al mare, per Francesco Sirano, direttore del Parco Archeologico di Ercolano, si tratterà di raccontare non solo alcuni oggetti simbolo del Parco ma più in generale il rapporto che con le cose si instaura, oggi come ieri: «Anche per gli antichi lo statuto di un oggetto dipendeva largamente dalla materia nella quale ara stato realizzato che per gli oggetti di lusso implicava ricerca, importazione e grande sapienza artigianale e dunque anche una storia complessa. Gli oggetti poi tutti non sono a se stanti, ma sono connessi all’esperienza umana, e così il loro significato cambia a seconda non dell’uso che ne facciamo ma di quel che rappresentano. Per noi, quelle cose sono – non si limitano a documentare – la nostra storia, la sua sintesi più compiuta ed eloquente. Per un archeologo rivenire non oggetti ha solo il sapore della scoperta ma apre le porte alla suggestione perché ci si chiede chi lo ha usato e quando e che cosa significava per chi lo ha posseduto.

Un po’ come il cratere che Menelao dona a Telemaco nell’Odissea che non è ovviamente solo una coppa preziosa ma un oggetto con una storia importante e infatti gli dice: «Voglio un cratere donarti di bella fattura. D’argento/è tutto quanto; ma sono temprate nell’oro le labbra:/opra d’Efèsto. A me lo diede Fedimo, l’eroe/re dei Sidoni, quando, tornando da Troia, io li giunsi,/e la sua casa ospizio mi diede: a te voglio or donarlo». In questo modo anche la storia di questo oggetto avrà un tassello in più, come un viaggio per mare che si arricchisce di nuove esperienze». Soddisfazione espressa dal Direttore del Parco Francesco Sirano sulla partecipazione alla rassegna che accoglie un pubblico appassionato e interessato: «Nell’appuntamento di venerdì de Gli Ozi di Ercole parliamo degli oggetti e delle cose in legno ma poi sono gli stessi oggetti che parlano, ci narrano la storia, le storie di coloro che li hanno vissuti e di quelli che li hanno realizzati ed hanno vissuto nella magia di questo luogo del passato e del presente».

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Il Mattino