«Capri Caput mundi» le opere del maestro Rubino in mostra

«Capri Caput mundi» le opere del maestro Rubino in mostra
Si terrà questa sera a Villa Lysis, alle ore 19.00, il vernissage della mostra "Capri Caput mundi by Sergio Rubino”. Una serie di bellissimi acquerelli del...

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Si terrà questa sera a Villa Lysis, alle ore 19.00, il vernissage della mostra "Capri Caput mundi by Sergio Rubino”. Una serie di bellissimi acquerelli del maestro Sergio Rubino che raccontano le vestigia della Capri imperiale romana, tra architetture, scene di vita e paesaggi urbani, in esposizione nella villa Liberty, edificata dal barone Fersen, fino al 23 settembre.

L’arrivo degli imperatori della dinastia giulio-claudia a Capri e la presenza, in particolare, di Ottaviano Augusto e Tiberio sull’isola rappresentò un evento epocale per Capri che attivò una decisiva trasformazione del tessuto sociale ed economico dell’isola, oltre che del paesaggio urbano, grazie ad una massiccia attività edilizia.

La scelta di Ottaviano Augusto di inserire l’isola nel suo patrimonio personale portò Capri a diventare meta privilegiata dell’otium produttivo di Augusto, ma solo con Tiberio divenne sede stabile dell’imperatore.


Le opere acquerellate del maestro Rubino partono proprio dal cambiamento di prospettiva della Capri imperiale, per poi rivisitare quella che fu la trasformazione urbana e paesaggistica dell’isola azzurra. Gli acquerelli passano in disamina anche il lungo Medioevo di Capri, dopo i secoli gloriosi dell’età imperiale, in cui anche a Capri si verificarono pratiche di riutilizzo di materiali antichi per decorare nuove architetture e gli edifici d’età imperiale divennero mere rovine. Le ‘antiche ruine’ dell’isola furono oggetto di attenzione da parte dei primi storici che si interessarono a Capri, come Fabio Giordano e Giulio Cesare Capaccio, e di fascinazione da parte degli eruditi che dal 1600 cominciarono ad includere Capri nel loro itinerario culturale, alla ricerca delle Dodici ville nominate da Tacito.


Da metà Settecento, intanto, dopo secoli di abbandono, si cominciò a fare il punto sulla situazione dei resti archeologici capresi e iniziarono i primi scavi di Hadrawa e Feola e con essi le incursioni di artisti che con le loro vedute, incise e pubblicate su riviste o in pubblicazioni a sé stanti, destarono l’interesse di studiosi, viaggiatori e intellettuali italiani e stranieri. Gigante, Alvino, Desprez, Turpin de Crissé, Siemiradzki, Alma-Tadema Weichart, Diefenbach, per citare i più significativi, offrirono loro visioni più o meno realistiche delle ville imperiali capresi. Poi arrivò Maiuri che rivelò al mondo il tesoro imperiale caprese che ancora oggi possiamo ammirare.


Le opere di Rubino considerano tutto questo lascito storico dell’isola e si interrogano sui problemi affrontati da ingegneri e architetti romani per costruire sulla ‘saxosa insula’


La mostra sarà solo la prima tappa del progetto “Capri Caput mundi by Sergio Rubino”,  curato da Bruno Flavio, presidente dell’Associazione culturale Polis 3.0., che prevedrà la pubblicazione presso le edizioni Emporium Capri di un libro d’arte firmato dal poliedrico maestro ceramista Sergio Rubino che con la sua vasta produzione artistica ha saputo essere ambasciatore di Capri nel mondo.
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Il Mattino