Al complesso Donnaregina il convegno dedicato alla clean technology negli ospedali di ASCCA

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Nella suggestiva cornice del complesso Donnaregina di Napoli si è tenuto il convegno dedicato alla clean technology negli ospedali, organizzato da ASCCA (Associazione per...

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Nella suggestiva cornice del complesso Donnaregina di Napoli si è tenuto il convegno dedicato alla clean technology negli ospedali, organizzato da ASCCA (Associazione per lo Studio ed il Controllo della Contaminazione Ambientale). L’associazione ha scelto, per la prima volta nella sua ultra-quarantennale storia, il Sud Italia per ripartire con gli incontri formativi dal vivo, bruscamente interrotti dalla pandemia.

L’evento è stato prima di tutto occasione di incontro e di scambio di esperienze per i farmacisti ospedalieri coinvolti nel delicato compito di assicurare l’allestimento di terapie antiblastiche in condizione di asepsi per la cura dei tumori nelle UFA (Unità Farmaci Antiblastici). Professionisti provenienti da tutta Italia, referenti dell’Agenzia Italiana del Farmaco ed esponenti di spicco della Società Italiana Farmacisti Ospedalieri, hanno avuto modo di fare il punto sul quadro normativo di riferimento, in continua evoluzione, e sull’esigenza che hanno gli ospedali italiani di dotarsi di camere bianche (ambienti a contaminazione controllata) e di equipment di processo di nuova generazione per garantire elevati standard di cura ai pazienti.

Nel corso della giornata formativa, il focus della trattazione si è incentrato sulla CAR T-Cell Therapy, sulle terapie avanzate e sulla manipolazione cellulare finalizzata al trapianto, processi che necessitano di un rigido controllo della filiera di produzione, non sempre possibile negli ospedali se prima non sono stati effettuati adeguamenti impiantistici tali da assicurare l’istituzione di cell factories approvate dagli enti regolatori e con caratteristiche simili alle industrie farmaceutiche. Come dichiarato dal chairman dell’evento, ing. Antonio Armenante, Segretario di ASCCA e delegato nazionale al settore ospedaliero, l’ingresso di queste tecnologie negli ospedali non è più rimandabile ed è strettamente legato alla capacità di fare fronte comune di ingegneri clinici, direzioni strategiche ed operatori di mercato, ma non può prescindere dalla spinta propulsiva degli operatori sanitari quotidianamente coinvolti nei processi e correttamente edotti circa i rischi ad essi connessi. L’incontro, nelle volontà dell’organizzazione, rappresenta il primo tassello nella costruzione di un tavolo permanente tra gli stakeholders che darà vita ad un percorso virtuoso di continuo aggiornamento e di cooperazione tra professionisti del settore.

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Il Mattino