Con L’Oro di Capri l’isola azzurra è sempre più green, un docu-video sintetizza il lavoro dell'associazione

Con L’Oro di Capri l’isola azzurra è sempre più green, un docu-video sintetizza il lavoro dell'associazione
L' Associazione di olivicoltori anacapresi, L’Oro di Capri, celebra i primi sette anni di attività con un docu-video, realizzato dalla regista Fiamma Marchione,...

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L' Associazione di olivicoltori anacapresi, L’Oro di Capri, celebra i primi sette anni di attività con un docu-video, realizzato dalla regista Fiamma Marchione, che sintetizza il lavoro svolto dai suoi oltre cinquanta associati. Più di 50000 alberi di ulivo recuperati alla macchia mediterranea, in questo breve arco temporale, piantagioni secolari e aree verdi riportate in produzione. Un territorio completamente trasformato, semplicemente riportato alle origini, con rispetto, con educazione, con lentezza, con amore ma specialmente con la semplicità. Semplicità che, per i consociati de L’Oro di Capri, significa valorizzare esperienza di saperi antichi ma con competenze e professionalità moderne.

Un progetto che ha una visione olistica e che deve unire e far stare bene le persone, le cose, la natura, le famiglie, il territorio. 

Una coltivazione sostenibile e biologica che trae le sue origini in una cultura millenaria, come sottolineato dal presidente dell’associazione Pierluigi Della Femina, ma che negli ultimi anni rischiava l’estinzione a causa della focalizzazione dell’economia isolana esclusivamente sul turismo.

Come evidenziato dagli agronomi e esperti di paesaggio dell’Associazione, Carlo Lelj Garolla e Angelo Lo Conte: la varietà di piantagione coltivata sull’isola è la minucciola che viene trattata con le migliori tecnologie di frantoio, importante nella filiera il monitoraggio della mosca, il parassita più insidioso per questi alberi, che viene catturato attraverso trappole naturali con utilizzo di lieviti. 

Ciò permette una coltivazione biologica e sostenibile, senza utilizzo di antiparassitari. Essenziale in tale processo è il rispetto del ciclo naturale, senza sprechi, fatto di riutilizzo dei materiali organici con l’innesco di una economia circolare: costruzione di muretti a secco, raccolta dell’acqua piovana, uso dei residui delle potature, la pratica del sovescio, contribuendo così all’aumento della biodiversità e al recupero di antiche pratiche rigenerative della terra.



Non da ultimo, il progetto, oltre ad essere un rigeneratore del territorio lo è allo stesso modo per la comunità che ha riscoperto antiche pratiche e valori, come sottolineato al termine del video-documentario dal presidente onorario de L’Oro di Capri, Gianfranco D’Amato. Il recupero della coltivazione dell’olio, significa al contempo recupero di rapporti umani e di rispetto per l’ambiente, che avviene anche attraverso la piantumazione di nuovi alberi di ulivo, coinvolgendo i ragazzi delle scuole dell’isola. Ciò significa guidare le giovani generazioni verso la consapevolezza del futuro e dell’ambiente. 

L’attività dei soci de L’Oro di Capri è, proprio per questo, un processo senza fine, come il ciclo della terra che si snoda su 365 giorni l’anno.

La nuova annata olivicola 2021/2022 è già in corso e la prima operazione colturale, prevista nel disciplinare di produzione dell’Associazione L’ Oro di Capri, da effettuare negli oliveti è la potatura. In questo periodo è in atto questa fase delicata che va effettuata ogni anno, in maniera corretta per aumentare la produzione della pianta, attenuare l’alternanza di produzione, adattare la struttura della pianta alla modalità di raccolta.

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Il Mattino