Con l'investitura del catapano Francesco Rainone, artigiano mastro bottaio, si è aperta a San Gennaro Vesuviano la 405* fiera vesuviana che si concluderà...
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«Una fiera fiore all'occhiello della intera area nolana-vesuviana e oltre che abbiamo decisamente voluto confermare pur nelle difficoltà incontrate dovute alle normative che negli anni sono cambiate - dice il commissario prefettizio Erminia Ocello - la fiera deve diventare volano di sviluppo e punto di riferimento soprattutto per i giovani».
Dopo la messa solenne officiata dal vescovo di Nola Francesco Marino, è partito il corteo storico con le carrozze d'epoca per il taglio del nastro nel quartiere fieristico. La Fiera Vesuviana si tiene ininterrottamente dal 1613, quando venne fondata dal Marchese Scipione Pignatelli, signore di Palma e Lauro, trasformando in Fiera la festa in onore di San Gennaro. Grazie ai Frati Minori, la Fiera di San Gennaro Vesuviano ebbe grande risonanza e fu subito considerata un appuntamento importante per le popolazioni, per artigiani e mercanti da essere citata come esempio di organizzazione già nel XVII secolo. Ebbe una propria sede stabile sui 20 moggi di terreno (80.000 mq) e per tutelare il suo spiazzo da usurpazioni, furono disputate controversie nei secoli XVII,XVIII e XIX. Fu resa Fiera Franca, cioè libera da gabelle e da dazi, ebbe propria amministrazione col Catapano (Maestro di Fiera investito dall' autorità feudale) che disponeva di propri gendarmi, di luoghi di pena,amministrava la giustizia per reati commessi durante la fiera e per fatti di fiera, assegnava gli spazi, concedeva lasciapassare, gestiva le carceri. Nei secoli è stato il più importante momento di scambio commerciale nell' area interna del Vesuvio e da circa un ventennio è stata delocalizzata per sviluppare il suo ruolo e la sua funzione in uno spazio adeguato alle moderne necessità espositive. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino