Cristina Donadio è “Marguerite”: debutto al teatro Sannazaro

Dal 10 al 12 febbraio; musiche di Marco Zurzolo presente anche in scena

Cristina Donadio
Cristina Donadio debutta al teatro Sannazaro venerdì 10 febbraio, con repliche fino al 12 febbraio, con Marguerite; al suo fianco Matthieu Pastore. Le musiche...

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Cristina Donadio debutta al teatro Sannazaro venerdì 10 febbraio, con repliche fino al 12 febbraio, con Marguerite; al suo fianco Matthieu Pastore. Le musiche sono di Marco Zurzolo presente anche in scena con Marco de Tilla e Pino Tafuto.

«Un percorso frammentato, narrato per immagini – dice la Donadio - una serie di fotogrammi interiori – istantanee in bianco e nero dell’animo di una giovane donna. I cambi del punto di vista della narrazione sono continui, frequentissimi i salti temporali in avanti e all’indietro, un passaggio senza soluzione di continuità dal discorso diretto all’indiretto.… E il rumore del mare che fa da collante. E le canzoni… E la voce di Marguerite…».

E poi continua: «La storia di un amore funziona da mezzo di contrasto per evidenziare una storia familiare difficile e dolorosa fondata come è su un rapporto di odio-amore tra la giovane donna e sua madre, un rapporto esemplare per i suoi abissali risvolti emotivi. E’ la storia di un dolore, anche, della sofferenza di una perdita. E la musica accompagna, contrasta, precede o insegue le immagini, le parole ed i gesti. Per incontrarsi, solo nel finale, in una lenta, cinematografica dissolvenza. L’idea della messa in scena risale al 1987, a pochi mesi dalla morte improvvisa e sconvolgente di Annibale Ruccello e Stefano Tosi, avvenuta tragicamente per un incidente stradale nel settembre del 1986. Quel testo diventò Frammenti di donna, versione teatrale de L’Amante di Marguerite Duras che io scelsi per la straordinaria capacità della scrittrice francese di attraversare, in prima persona e con intensa emotività , tutti gli stati d’animo che nascono dal dolore per la perdita di una persona cara. La mia “voce di dentro” fu la musica composta ed eseguita al pianoforte da Pappi Corsicato, sette brani struggenti e minimalisti per ognuno dei sette frammenti di donna, e sette furono le immagini in un abbagliante bianco e nero che Fabio Donato creò per raccontare i sette sentimenti che venivano di volta in volta vissuti in scena quasi a formare un immaginario album fotografico della memori. Sono passati trentacinque anni da quei frammenti ed io continuo ad essere stupita e catturata da Marguerite e dalla sua scrittura, un enorme corpo narrativo dove i personaggi e le situazioni, gli eroi e le tragedie si muovono fuori da ogni schema in una galassia spazio-temporale dove il fulcro necessario è l’esistere e prima ancora, l’essere…Marguerite non è altro che un atto d’amore…».

 

 

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Il Mattino