Da Cilento una capsule dedicata ai miti e le leggende di Napoli

Da Cilento una capsule dedicata ai miti e le leggende di Napoli
  La storia della città di Napoli è avvolta da un’aura magica e misteriosa: segreti, spiriti, miti e leggende, che continuano ad affascinare e...

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La storia della città di Napoli è avvolta da un’aura magica e misteriosa: segreti, spiriti, miti e leggende, che continuano ad affascinare e destare curiosità. Racconti tramandati di generazione in generazione, che Maison Cilento 1780 ha saputo interpretare alla perfezione attraverso una capsule collection di cravatte dedicate alle credenze napoletane più conosciute: Colapesce, Parthenope, O’Munaciello e la Bell’mbriana.

Ugo Cilento, ottava generazione dello storico marchio partenopeo riconosciuto a livello internazionale come punto di riferimento nello stile ed eleganza sartoriale, ha voluto dedicare una collezione di cravatte ad alcune figure iconiche. «In un momento in cui abbiamo bisogno di sentirci protetti, la storia ci fornisce aneddoti e spunti sempre validi. Queste narrazioni, fortemente radicate nell’immaginario collettivo, ci ricordano quanto sia importante preservare e perpetuare la tradizione». 

Le cravatte della collezione sono in pregiata seta, in diverse sfumature di blu; la pala principale è caratterizzata da piccoli motivi grafici che rimandano al soggetto della storia, ritratto nella sua interezza sul codino. 

La cravatta dedicata a Colapesce, un ragazzo napoletano con incredibili abilità natatorie, è impreziosita da sirene stilizzate e dall’immagine del giovane mentre si tuffa. L’amore per il mare e per gli abissi si trasforma in una maledizione, gettata dalla madre: il ragazzo mutò in una creatura acquatica e le tanto amate profondità marine divennero la sua tomba, vuota e silenziosa. 

Il legame con il mare, elemento emblematico della città di Napoli, è presente anche nella cravatta consacrata a Parthenope, personaggio presente all’interno dell’Odissea di Omero in cui si narra che Ulisse fu l’unico a non subire gli effetti del canto melodioso delle tre sirene, inducendole al suicidio. Il corpo di una di esse, Parthenope, fu trascinato fino all’isolotto di Megaride, dove oggi sorge Castel dell’Ovo, per poi dissolversi e trasformarsi nella morfologia del paesaggio attuale. Parthenope divenne la protettrice del luogo, tanto che Napoli, pur a distanza di secoli, continua ad essere chiamata “città partenopea”. La cravatta riporta l’icona stilizzata della sirena, in compagnia di elementi che richiamano quella terra, tra cui il sole e i pesci. 

Le restanti cravatte della collezione sono dedicate a due figure così diverse e in contrasto tra loro: O’ Munaciello - uno spiritello leggendario e dispettoso a cui vengono attribuiti poteri magici e al tempo stesso episodi spiacevoli, viene stilizzato sulla cravatta con le sembianze di un ragazzino deforme dalla bassa statura, una sorta di gnomo vestito con un saio – mentre la sua antitesi, la Bell’mbriana, viene raffigurata come una graziosa donna, vestita di bianco, che protegge e porta fortuna, incarnando lo spirito buono della casa.

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Il Mattino