Edit Napoli, la fiera del design d'autore: «Un successo che continuerà»

Edit Napoli, la fiera del design d'autore: «Un successo che continuerà»
Si candida a essere la fiera del design d’autore, diverso da quello industriale di cui Milano è capitale incontrastata: Edit Napoli può dire che, per ora, la...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Si candida a essere la fiera del design d’autore, diverso da quello industriale di cui Milano è capitale incontrastata: Edit Napoli può dire che, per ora, la missione è compiuta. Alla terza edizione, dopo quella di passaggio del 2020 contratta dalla pandemia, la manifestazione ideata da Domitilla Dardi ed Emilia Petruccelli è già una realtà. Oltre tremila le presenze dei visitatori, con i giorni di sabato 30 e domenica 31 che si sono trasformati in momenti di aggregazione, a San Domenico Maggiore. Nel cortile del complesso famiglie, bambini, appassionati del genere tra gli stand, l’orto didattico e i biliardini erano un bel colpo d’occhio, quelle scene che “non sembra di stare a Napoli” e che pure la città dovrà un giorno normalizzare, fare sue sempre più.

La maggior parte degli 80 espositori, venuti da ogni punto d’Italia e qualcuno anche da fuori, erano nel piano alto, tra le sale del Capitolo e il Refettorio e nei corridoi. Molti i napoletani e campani, come Anna Fresa e Antonella Venezia e la loro raffinatissima serie “Piscis”: una tazza in metalli preziosi a spessore ovale, ricavato da una ricerca su uno dei simboli più antichi, la vesicapiscis.  Un'importante intuizione pitagorica, poi mandorla sacra, simbolo del ventre materno. Il risultato è una sorta di Sacro Graal contemporaneo nella forma archetipa del pesce - cara ai cristiani delle origini - sia in pianta che in alzato le cui pinne consentono la presa. Della serie fa parte anche il lavabo che prossimamente sarà al Cersaie di Bologna, nella mostra a cura di Anty Pansera 'Due gocce d'acqua' tra i lavabi progettati dalle architette-designer dell'ultimo secolo. Esposti anche gli oggetti della serie "Ipazia", portafrutta e portatovaglioli.

Si gira a caso, facendosi guidare dagli occhi. E ci si imbatte in realtà che magari stanno dietro l’angolo e che non si conoscono: i prodotti del Centro per l’artigianato digitale di Cava de’Tirreni che tramite la scuola Medaarch invita 12 creativi l’anno per residenze artistiche; le memorie sannite di Luisa Grasso, da anni attiva in Belgio con il suo atelier “Ars3”, in cui i simboli della campagna diventano oggetti di arredamento unici, dal torchio che si trasforma in un paravento agli aratri cambiati in lampade. Diversi gli artisti “classici” presenti in fiera: lo segnalano i cuscini scolpiti di Diego Cibelli per trasformare il bagno in un’oasi artistica (la collezione si intitola “Feed me”) o i mobili reinventati da Michele Esposito, “che sembrava non avessero più da dire e invece regalano bellezza” dice una visitatrice.

Artigianato d’autore è, soprattutto, Sud d’Italia. Celebrato dal panorama di Pantelleria nei marmi dell’azienda Lithea, rivisitati dall’estro della design Elena Salmistraro. Sulla tavola e la parete esposte ci sono il lago di Venere, i dammusi, la roccia lavica, terrazzamenti di vigneti di zibibbo, muretti a secco, il mare blu.

Design d’autore è anche un patrimonio tradizionale non rinnegato ma fatto esplodere in un esito futuristico: da Roma arrivano i magnifici, coloratissimi contenitori del progetto “Pop pot” degli architetti Arabella Rocca e Giacomo Sanna che attirano sorrisi e curiosità all’ingresso: “Che sono?” chiede il pubblico. Nient’altro che i cocci sui cui si è creato il quartiere romano di Testaccio restituiti alla loro forma originaria, ma nelle tonalità shocking di fucsia, giallo e verde e in materiale ecologico e ribattezzati coi nomi di personaggi del'antica Roma, da Agrippia a Giulio Cesare. Possono contenere fiori anche nella loro forma più piccola, il magnete da frigo: un successo, nato poco più di un anno fa, in pandemia.

Tornerà sicuro, Edit Napoli: “L’anno prossimo, e saremo ancora più grandi” dicono le organizzatrici. Che sono al lavoro per preparare la quarta edizione già da oggi, “dal giorno dopo la fine della fiera”.

 

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino