Elsa Morante e Procida: il libro di Gea Finelli si presenta alla Feltrinelli Napoli

Lunedì 25 settembre alle 18 insieme con l'autrice ci saranno Titti Marrone e Marco Perillo

Gea Finelli
Lunedì 25 settembre alle 18 nella libreria Feltrinelli Napoli in via Santa Caterina a Chiaia, sarà presentato il libro "Nel mare di Elsa" (Nutrimenti)...

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Lunedì 25 settembre alle 18 nella libreria Feltrinelli Napoli in via Santa Caterina a Chiaia, sarà presentato il libro "Nel mare di Elsa" (Nutrimenti) della scrittrice e giornalista Gea Finelli

Insieme all'autrice interverranno Titti Marrone e Marco Perillo.

"Nel mare di Elsa" è la storia mai raccontata del tempo procidano di Elsa Morante. Elsa non cercò Procida, e Procida non cercò Elsa. Semplicemente si riconobbero all'istante. Un'emozione di qualche secondo, destinata a durare in eterno. «Un libro straordinario sul legame viscerale della grande scrittrice con l'isola ‘favolosa'» spiega nella fascetta che impreziosisce il volume Paolo Mieli.

Il volume nasce da un intento preciso: in nessuna biografia, in nessun saggio, in nessun manuale di letteratura si riportano date precise, né testimonianze o racconti dei frequenti soggiorni sull’isola della scrittrice. Elsa Morante, considerata dalla critica letteraria una delle più grandi, se non la più grande, autrice italiana del dopoguerra, frequentò e soggiornò infatti per lunghi periodi a Procida, in un tempo ancora indecifrato che va dalla fine degli anni ‘40 al 1975.

Tutto ciò che conosciamo del rapporto tra Elsa e Procida si ritrova nell’incanto delle pagine del suo capolavoro "L'isola di Arturo", nelle suggestioni di una scrittura sublime che trasfigura luoghi, personaggi, visioni, conferendo a essi una natura poetica, avvolgendoli in una realtà mitologica che tutto glorifica ed eroicizza, come usano fare i fanciulli.

Tanto si è scritto e raccontato delle lunghe permanenze a Capri della coppia Morante-Moravia, mentre poche e fumose testimonianze si hanno del periodo procidano. Gea Finelli, che alla sua amata Procida aveva dedicato anni fa il delizioso racconto "Domani sarà bel tempo", fa luce su questo importante aspetto della vita della scrittrice de "La storia" e di "Menzogna e sortilegio ". 

È nel ‘50 che Elsa avviò la scrittura de “L’isola di Arturo”, il suo secondo romanzo, che le valse nel 1957 uno dei riconoscimenti più ambiti e prestigiosi per uno scrittore: il “Premio Strega”. Dovette letteralmente restare stregata dalle atmosfere isolane, dai sapori, dagli odori, dagli scorci di paesaggio che regala l’Isola, per decidere di ricamare su queste suggestioni un intreccio narrativo ricco di inquietudine e di incanto, di descrizioni talmente evocative da rappresentare ancora oggi, a distanza di 70 anni, la più seducente e fedele rappresentazione di un territorio dove l’antico splendore del tempo sembra non lasciare spazio al divenire moderno.

Il saggio fa rivivere i giorni felici di Elsa trascorsi sull’Isola, camminare con i suoi passi tra le “straducce solitarie chiuse tra muri antichi oltre i quali si estendono frutteti e vigneti che sembrano giardini imperiali”; riscoprire la Procida vergine degli anni ’50, ricostruire le giornate della scrittrice trascorse tra limoneti, spiagge semi deserte, passeggiate e contemplazioni solitarie, e qualche sosta ritemprante al bar della Marina, attraverso i ricordi dei pochi testimoni che ebbero il privilegio di conoscerla e di scrutarla, magari di nascosto, affascinati da quella donna così particolare, introversa, poco incline alla mondanità e al tradizionale ruolo femminile.

«La storia di Arturo vuole rappresentare l’iniziazione di un fanciullo alla vita attraverso tutti i suoi misteri: dai più luminosi ai più torbidi. Ma nella luce dell’isola anche le cose torbide prendono un colore fantastico, da paradiso terrestre prima dell’inferno» scrisse la Morante.

Quello di Gea Finelli è il viaggio in un'isola diventata un topos letterario e nella vita sentimentale di un'autrice che già di per sé è un appassionate romanzo. 

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Il Mattino