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Sabato 17 settembre alle ore 19,00 presso i Giardini di Augusto di Capri si terrà la «Serata d'onore a Raffaele La Capria» Per ricordare il grande autore scomparso sulla soglia dei cento anni, Gabriella Lonardi Bontempo, segretario generale del Premio Malaparte, Alexandra La Capria, figlia amatissima, la giornalista Titta Fiore il giornalista Giulio Baffi, la giornalista Michela Tamburrino, Il direttore Geppy Gleijesses , i sindaci di Capri e Anacapri, I attori scrittori e intellettuali ricorderanno la figura di La Capria e leggeranno brani dalle sue opere.
L'autore fu insignito del riconoscimento di cittadino onorario della città di Capri e tutt'ora è sepolto sull'isola presso il cimitero degli artisti vicino alla moglie Ilaria Occhini. Se si capitava a Capri, negli splendenti anni Sessanta, era facile incontrare uno dei più grandi scrittori italiani del secondo Novecento, uno dei pochi scrittori che avesse un immaginario così preciso e nitido da contribuire in maniera decisiva alla creazione del prestigio e assieme al fascino decadente del triangolo Napoli-Capri-Positano. Raffaele La Capria avrebbe compiuto cento anni il prossimo 3 ottobre, ma il 26 giugno se n’è andato lasciando a noi il mito di una terra – e di un mare e di un costume – che sempre risuonerà nei suoi libri. Perché attraverso una scrittura raffinata, ma senza il timore di risultare moderna – e modernista – ha costruito il mondo che ruota attorno alla Costiera amalfitana e all’isola più prestigiosa del Mediterraneo.
E lo ha costruito a partire da quel Ferito a morte del 1961 che gli valse il Premio Strega e che tutt’oggi viene considerato uno dei capolavori della letteratura italiana, vero e unico Bildungsroman italiano e al tempo chiave di lettura per una città difficile e magnifica come Napoli.
Tutti questi grandi artisti hanno ereditato da La Capria la chiave di lettura per descrivere quella terra, forse l’unica lettura possibile per descriverla in modo proprio e limpido: andarsene, staccarsi per poi rimpiangerla, avere nostalgia del cielo azzurro che contrasta con il blu scuro del mare, rimpiangere una terra che promette ma poche volte mantiene, avere la malinconia di quell’eterno provincialismo che ha reso immortale e unico il triangolo Napoli-Capri-Positano.
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