«Figli d' 'a Madonna», visita teatralizzata alla scoperta del Complesso dell'Annunziata

«Figli d' 'a Madonna», visita teatralizzata alla scoperta del Complesso dell'Annunziata
Conoscere il Complesso dell’Annunziata, attraverso pièce teatrali incentrate sull’antica usanza di lasciare i neonati, pratica che ha influenzato anche la vita...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Conoscere il Complesso dell’Annunziata, attraverso pièce teatrali incentrate sull’antica usanza di lasciare i neonati, pratica che ha influenzato anche la vita del grande sculture Vincenzo Gemito. Questo e molto altro si scoprirà

domenica 28 ottobre alle ore 18, quando NarteA e Teatro Insania presenteranno "Figli d' 'a Madonna" una visita guidata teatralizzata che farà conoscere la storia del I testi sono di Antimo Casertano, anche interprete insieme a Daniela Ioia e Antonio Agerola. L'evento rientra nella rassegna culturale "1318 – 2018 L’annunziata Maggiore: una bellezza lunga sette secoli", realizzata in occasione del settecentenario della struttura. Per partecipare all’evento è necessaria la prenotazione ai numeri 339 7020849 o 333 3152415. Ingresso gratuito.

La visita guidata, a cura della guida Matteo Borriello, conduce gli ospiti all’interno della Basilica SS. Annunziata Maggiore, negli spazi della chiesa, della sacrestia, nella cappella del tesoro e nell’antico cortile dell’ospedale. Nata nel XIV secolo, insieme all'annessa istituzione assistenziale per la cura dell'infanzia abbandonata, la basilica fa parte di un vasto complesso monumentale costituito in origine, oltre che dalla chiesa, da un ospedale, un convento, un ospizio per i trovatelli ed un "conservatorio" per le esposte. I bambini abbandonati venivano introdotti nella famosa ruota, attraverso una specie di tamburo di legno di forma cilindrica e raccolti all'interno da balie pronte ad intervenire ad ogni chiamata. All'esterno, al di sopra della ruota, vi era un puttino di marmo con la scritta: "O padre e madre che qui ne gettate / Alle vostre limosine siamo raccomandati". Gli ospiti dell'istituzione venivano chiamati "figli della Madonna", "figli d'a Nunziata" o "esposti".

La pièce, che si incrocia con gli interventi della visita guidata, ricostruisce l’atmosfera dell’antica istituzione assistenziale napoletana, una delle più note d’Italia. «Un vagito insistente — racconta l’autore e regista Antimo Casertano —, il gemito di un nuovo neonato, echeggia tra le mura del cortile della Real casa dell’Annunziata, stretto tra le braccia di una nutrice, intenta a consolarlo cantandogli una nenia, un rituale che da sempre si ripete all’arrivo di ogni nuovo “Esposto”.  Da dove arriva quella creaturina che si agita e si lamenta? Quale storia porta con sé? E quale fatale destino lo attende dopo l’abbandono? Da qui inizia anche la storia delle crudeli e misere origini e poi del riscatto di uno dei migliori scultori ottocenteschi che il nostro paese possa vantare: Vincenzo Gemito,‘o scultore pazzo, anch’egli mortificato e abbandonato nella casa del quartiere Forcella». 


A proposito della manifestazione, padre Luigi Calemme, parroco dell’Annunziata Maggiore, spiega: «I settecento anni dalla fondazione ci impongono di creare situazioni che mirino ad aprire le porte della basilica a chi non conosce ancora questo monumento maestoso che ha fatto la differenza nella nostra città quanto a spiritualità e carità. La comunità parrocchiale ha maturato la consapevolezza di essere custode di tanta ricchezza, da qui la gioia di accogliere un evento teatrale per condividere questo spazio, con orgoglio e riconoscenza, nei confronti di chi, come l’Associazione culturale NarteA, anche con piccoli segni, ha contribuito a rendere questi secoli di storia davvero speciali». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino