Lorenzo Marone, firmacopie al Vomero nel quartiere dov'è ambientato il suo romanzo

Lo scrittore Lorenzo Marone
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Questa sera alle ore 18 lo scrittore napoletano Lorenzo Marone sarà alla Mooks di Piazza Vanvitelli a Napoli per firmare copie del suo ultimo romanzo “Un ragazzo normale (pagg. 288, euro 16.50; Feltrinelli)” che sta diventando un piccolo caso editoriale a livello nazionale, soprattutto per il passaparola dei lettori ed il buon lavoro di promozione sui social. Dopo il successo di “Magari domani resto” continua per l’autore un successo di lettori che ha dell’incredibile. Questa volta la Napoli che fotografa Marone è quella degli anni ’80: Mimì, dodici anni, occhiali, parlantina da sapientone e la fissa per i fumetti, gli astronauti e Karate Kid, abita in uno stabile del Vomero, dove suo padre lavora come portiere.  Passa le giornate sul marciapiede insieme al suo migliore amico Sasà, un piccolo scugnizzo, o nel bilocale che condivide con i genitori, la sorella adolescente e i nonni.  Nel 1985, l’anno in cui tutto cambia, Mimì si sta esercitando nella trasmissione del pensiero, architetta piani per riuscire a comprarsi un costume da Spiderman e cerca il modo di attaccare bottone con Viola convincendola a portare da mangiare a Morla, la tartaruga che vive sul grande balcone all’ultimo piano. Ma, soprattutto, conosce Giancarlo, il suo supereroe. Che, al posto della Batmobile, ha una Mehari verde. Che non vola né sposta montagne, ma scrive. E che come armi ha un’agenda e una biro, con cui si batte per sconfiggere il male.  Giancarlo è Giancarlo Siani, il giornalista de “Il Mattino” che cadrà vittima della camorra proprio quell’anno e davanti a quel palazzo. Nei mesi precedenti al 23 settembre, il giorno in cui il giovane giornalista verrà ucciso, e nel piccolo mondo circoscritto dello stabile del Vomero (trenta piastrelle di portineria che proteggono e soffocano al tempo stesso), Mimì diventa grande. E scopre l’importanza dell’amicizia e dei legami veri, i palpiti del primo amore, il valore salvifico delle storie e delle parole.  Perché i supereroi forse non esistono, ma il ricordo delle persone speciali e le loro piccole grandi azioni restano.   
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Il Mattino