La musica e la pittura astratta, le «parallele convergenti» che fanno dell'opera di Oreste Silvestrino, Asà, un interessante modello nell'arte...
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«Le forme hanno la loro valenza ma l’accostamento dei colori e fondamentale se si vuole arrivare al cuore», segnala l'artista che a musica e pittura ha consegnato la sua vita fondendo le due forme d'arte e mettendole una al servizio dell'altra.
E se Harold Rosenberg diceva di Pollock: «Quello che doveva andare sulla tela non era un'immagine, ma un evento. Il grande momento arrivò quando fu deciso di dipingere "solo per dipingere". I gesti sulla tela erano gesti di liberazione dal valore - politico, estetico, morale», per Asà può ben dirsi che «quello che doveva andare sulla tela» è musica, come tastiere, pentagrammi e note che diventano colore e forma.
«Le forme - spiega l'artista - hanno la loro valenza, ma l’accostamento dei colori è fondamentale se si vuole arrivare al cuore. Il cervello, a volte, ci impedisce di essere noi stessi in maniera pura e filtra gli istinti, molto spesso soffocandoli. Attraverso la musica riesco a liberare l’istinto che metto poi su tela. Nascono così le mie opere, frutto di un travaglio interiore che mostra quello che è nascosto negli anfratti più profondi del mio IO».
La mostra resterà aperta fino al 6 marzo con il patrocinio del Comune di Saviano, della Proloco di Saviano “ l Campanile” e dell'Unpl nello storico palazzo, luogo d’incontro per gli artisti non solo locali, tutti i giorni dalle 17 alle 20 Leggi l'articolo completo su
Il Mattino