L'atmosfera è in chiaroscuro come in un quadro. All'improvviso nella sala del Clubino di via Luca Giordano irrompe Caravaggio che scrive ad alta voce i suoi diari...
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«Michelangelo Merisi ebbe per Napoli un trasporto viscerale - scrive De Core nel volume - operando in una città dalle contraddizioni vertiginose, dove ricchezza e povertà hanno convissuto, e ancora convivono, negli spazi stretti dei vicoli, nelle chiese, negli ospedali e nei palazzi oppure a due passi dal mare». Il libro ricostruisce e racconta sotto forma di diario romanzato i due periodi napoletani di Caravaggio, dal 1606 al 1607 e dal 1609 al 16010, gli ultimi mesi della sua intensa vita. Mesi, quelli trascorsi a Napoli di una vibrante e profonda produzione artistica, merito delle suggestioni che solo il capoluogo partenopeo sa offrire ancora oggi. «In effetti ho ripercorso i luoghi vissuti da Caravaggio a Napoli - ha detto Sergio Siano - non pensando ai dipinti che lui ha realizzato ma immaginando cosa lui osservasse e incontrasse al tempo. La sensazione è che in alcuni luoghi quelle persone che lui incontrava oggi ci sono ancora. Come ci sono alcuni edifici, strade e vicoli. C'è ancora sicuramente la stessa luce che non è mai cambiata».
La rievocazione in abiti d'epoca ha ricostruito le stesse emozioni vissute dall'artista mentre progettava le opere che lo hanno reso immortale. «Le sette opere di misericordia», «La flagellazione di Cristo», «David con la testa di Golia» o «Il Martirio di Sant'Orsola», la sua ultima opera. «Abbiamo cercato di descrivere questa città che ci sembra che viva un eterno presente dal '600 ad oggi - ha detto De Core - Le foto di Siano sono splendide e riproducono una realtà caravaggesca nei volti, nei vicoli, negli scorci e negli ambienti che ci ricollegano a quella che è stata una realtà particolarmente viva e intensa della città».
Voce narrante della messa in scena al Clubino è proprio l'autore dei testi del libro che ha accompagnato gli spettatori attraverso un viaggio tra i secoli e per le vie di Napoli. Ad assicurare il successo l’interpretazione teatrale di Franco Nappi che con la sua compagnia è esperto di rievocazioni storiche. «Il Demiurgo» è infatti una delle più apprezzate compagnie teatrali italiane nel settore della narrazione teatrale dei siti culturali. «Dalla penna raffinata di Francesco De Core - ha detto Nappi - emerge un Caravaggio perennemente teso tra il genio e la dannazione che, grazie ad un’accattivante narrazione in prima persona, come fosse un diario svelato al pubblico e ai lettori, mette a nudo la parte più intima della sua anima e si presta in modo perfetto a questo avvincente esperimento di teatralizzazione». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino