META - «Gli ho regalato una chitarra a 15 anni: così si è avvicinato alla musica e ha cominciato a imparare a suonare lo strumento da autodidatta»....
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Teodoro e sua moglie Angelina ancora fanno fatica a distinguere sogno e realtà. «L'emozione che abbiamo vissuto come genitori l'altra sera è stata fortissima» continua il papà dell'artista.
Quando ha capito che suo figlio voleva dedicare realmente la sua vita alla musica?
«All'inizio di quest'anno mi ha detto: voglio fare il musicista. Gli ho risposto che avrei appoggiato la sua decisione ma che avrebbe dovuto continuare gli studi. E così ha fatto».
In che modo e quando sono emerse le sue doti?
«Per quanto concerne i testi, sin dalle scuole medie ha manifestato grande attitudine a scrivere e fare composizioni».
Iniziamente pensava che Marco avrebbe potuto vincere X Factor?
«All'inizio mi sembrava molto difficile. Poi mano mano i consensi nei suoi confronti sono aumentati e ho cominciato a crederci davvero. Anche lui è migliorato molto durante questa esperienza, affinando molti aspetti».
Lei che mestiere fa?
«Sono avvocato ma ho sempre suonato, anche se per puro divertimento. Quindi la musica, anche se marginalmente, ha sempre fatto parte della nostra vita».
Come ha reagito il paese dove vivete, Meta?
«Con grande entusiasmo e partecipazione. Hanno allestito tre maxischermi in occasione della finale e hanno tutti fatto il tifo per Marco». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino