Tra i più grandi maestri del teatro contemporaneo, l’attore e regista Mamadou Dioume, storico artista della compagnia di Peter Brook, sarà a Napoli...
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La “prima” di venerdì 31 gennaio sarà preceduta alle ore 18 dall’incontro “Peter Brook et moi” in cui Mamadou Dioume racconterà al pubblico la sua esperienza nel teatro di ricerca e la collaborazione con il regista britannico, maestro assoluto della scena teatrale. L’incontro sarà condotto da Annamaria Sapienza, docente in Discipline dello Spettacolo dell’Università degli Studi di Salerno. I partecipanti avranno la possibilità di acquistare il biglietto per lo spettacolo delle 20,30 al prezzo scontato di 8 euro.
“Il Quarto Vuoto”, nome attribuito al Rub’ al-Khali, il secondo deserto di sabbia del mondo per estensione che ricopre un quarto della Penisola Arabica, si propone come un viaggio interiore, un labirinto desolante e seducente, assordante e silenzioso, oscuro e abbagliante in cui non ci si addentra mai veramente. L’attore come l’essere umano si trova a confrontarsi con il proprio “Quarto Vuoto” in un difficile e complesso percorso di ricerca. Senza paura e senza difese è tenuto a intraprendere un cammino in se stesso oltrepassando i confini del conosciuto e del consapevole per ascoltare la voce del deserto. Un viaggio incosciente con risvolti a volte comici, a volte dolorosi, a volte sorprendenti che trascende il testo per affidarsi completamente ai corpi che come dune in perenne movimento oscillano, dondolano e mutano insieme al vento. Si tratta di Teatro/Performance durante il quale gli attori e i performers sviluppano una serie di partiture fisiche su musica o silenzio, accompagnante da una voce guida in background. Il viaggio inizia con le parole di Blaise Pascal “Gli uomini, non avendo potuto guarire la morte, la miseria e l'ignoranza, hanno deciso di non pensarci per rendersi felici” seguita da una sorprendente partitura (costituita da 81 musiche differenti) che costringe lo spettatore a confrontarsi con la spasmodica ricerca di senso in un'esistenza in cui i valori crollano e il vuoto avanza. Acquisita consapevolezza, segue il risveglio nel "Quarto Vuoto" e l'esplorazione delle emozioni più feroci e oscure dell'animo umano: paura, dolore, desiderio, caos. Fino alla resa finale. "Il Quarto Vuoto" non va compreso ma vissuto; lo spettatore ha un'unica scelta: lasciarsi andare e arrendersi al viaggio. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino