Un aperitivo al 32° piano dello Shard a Londra, una cena al bistrot Beaubourg del Centre Pompidou a Parigi, un drink al Gravity bar del Guinness Storehouse di Dublino o un...
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A Napoli questa tendenza è finanche estremizzata: in pieno centro è possibile pranzare o cenare davanti a una tela d’autore, prendere un tè accanto a una grata-scultura del Seicento o un aperitivo con tanto di dj-set deep jazz e classic house. È il Baroq, un insolito art-cafè o ristò-gallery: nasce a Chiaia pochi mesi fa da un’idea di Dario Porcini, Claudio De Magistris e Roberto Silvestri e non a caso sottotitola “art bistrot”.
In piena piazza Vittoria è una fusion inedita e interessante di art exhibition, bar tendering e cucina neo-tradizionale partenopea: qui Andrea Chariello e Antonio Tubelli presentano rispettivamente al banco bar e ai fornelli una serie di mix cocktail d’infusione, affumicatura o aromatizzazione con “segreti” campani, il primo, e un menù di pietanze o ingredienti classici rivisitati come il baccalà, le torzelle o lo scammaro, il secondo.
Ancora per questo mese l’esposizione nella grande sala centrale di cinque grandi autori della scuola napoletana del XVII secolo: «In nuce», ovvero i bozzetti e gli studi preparatori per nove opere pubbliche di Massimo Stanzione, Luca Giordano, Francesco Solimena, Giacinto Diano e Giovanni Lanfranco. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino