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Una riflessione su alcune tra le più interessanti ricerche sul progetto e sulla costruzione dell’architettura, che si focalizza sull’idea di una “radice”, capace di conservare stretti legami con la tradizione e che sappia mantenere riconoscibili le relazioni con le conoscenze e le pratiche proprie dell’architettura italiana. Fino al 24 gennaio, nell’ambulacro della biblioteca storica di palazzo Gravina, c’è la mostra "Italian Foreign Architecture" la seconda di un ciclo di esposizioni a cadenza annuale organizzato dal dipartimento di Architettura dell’ateneo, dedicato all’architettura contemporanea italiana.
La mostra è promossa con gli studi milanesi Onsitestudio e Baukuh e analizza alcune architetture contemporanee, realizzate all'estero e in Italia. Curatori dell'esposizione sono Giovanni Multari, docente di Progettazione architettonica e urbana dell'ateneo fredericiano, e Kornel Tomasz Lewicki. Viene documentata la pratica dei due studi con la presentazione di due progetti per ciascun atelier: l’edificio residenziale a Tirana e la casa della memoria a Milano di Baukuh, il centro di ricerca Pirelli e la sede uffici Rolex a Milano di Onsitestudio.
Dice Multari: “La mostra prova a riconoscere l’idea di una “radice” dell’architettura italiana che conserva stretti legami con una idea di tradizione e di modernità, anche laddove i confini appaiono fluidi e l’architettura generalmente propone forme di ibridazione e di adattamento in un immaginario mondo”.
Il Mattino