Casalinga sfruttata, operaia subalterna e docile attrice porno. Valentina Lodovini è la protagonista dello spettacolo “Tutta casa, letto e chiesa”, con la regia...
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Il testo, scritto e reso celebre dalla coppia Dario Fo e Franca Rame, fu rappresentato nel 1977 alla Palazzina Liberty di Milano, occupata in appoggio alle lotte del movimento femminista, e poi messo in scena in tutto il mondo da New York a Londra sino in Scandinavia. Tutt’ora continua ad essere allestito (trenta le nazioni che lo hanno ospitato), perché tristemente attuale per come delinea i lati oscuri del maschilismo strisciante.
Tre monologhi e un epilogo vengono scelti per lo storico spettacolo tra ironia, sensualità e frustrazione. Il primo, dal titolo “Una donna sola”, racconta di una casalinga, la casalinga per antonomasia, che ha tutto all’interno della sua famiglia, meno la cosa più importante: la considerazione, l’essere trattata come una persona, rispettata in quanto tale. Usata come oggetto sessuale e come domestica senza stipendio né pensione. “Abbiamo tutte la stessa storia”, invece, è la rappresentazione di un rapporto sessuale tra un maschio e una femmina. Un rapporto sessuale con la donna subalterna all’uomo, come succede quasi sempre. Infine “Il risveglio” dove una donna, un’operaia, viene sfruttata tre volte: in casa come donna tuttofare, in fabbrica e a letto. L’epilogo è affidato ad una “Alice nel paese senza meraviglie”, una donna docile e repressa che disobbedisce alle regole sociali, opponendosi, ai limiti della provocazione, scegliendo la carriera di attrice porno. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino