«La sfida di Pianura l'incompiuta»: una città costruita da sola

La locandina del libro
Venerdì 3 febbraio alle 17 alla Casa della Cultura di via Grottole, si discute di periferie e di riqualificazione urbana del quartiere partendo da due libri:...

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Venerdì 3 febbraio alle 17 alla Casa della Cultura di via Grottole, si discute di periferie e di riqualificazione urbana del quartiere partendo da due libri: “L’Intelligenza del Suolo” di Paolo Pileri, professore di Progettazione e Pianificazione Urbanistica del Politecnico di Milano e “7 Pezzi Facili” di Antonio Di Gennaro e Giuseppe Guida. Insieme agli autori, al tavolo dei relatori siederanno il Presidente della Municipalità Pianura Soccavo, Andrea Saggiomo, e il Vicesindaco di Napoli e Assessore all’Urbanistica, Laura Lieto. Il saggio di Pileri lancia un vigoroso appello: il suolo è la pelle del pianeta, pochi centimetri brulicanti di vita senza i quali non sarebbe possibile produrre il cibo necessario per l'uomo e gli animali. Il suolo è generoso ma l'uomo lo distrugge. 

Si calcola che nel nostro paese ne vengano distrutti due metri quadri ogni secondo. E’ molto fragile ed è inerme di fronte alla stupidità e all'avidità di chi lo considera una risorsa da sfruttare, cementandolo, impermeabilizzandolo, inquinandolo. Come è avvenuto negli ultimi decenni dove la cementificazione selvaggia ha trasformato e spesso compromesso il territorio.

Su questo aspetto entra in gioco il secondo libro, scritto a quattro mani da Antonio Di Gennaro, agronomo e giornalista, e da Giuseppe Guida, docente di Urbanistica dell’Università “Vanvitelli”. E’ un viaggio in sette tappe nella Napoli interrotta, incompiuta. Sette luoghi simbolo, lasciati in sospeso o dimenticati, come: Bagnoli, la zona industriale ad est, il Centro Direzionale, Posillipo e Pianura.

Quest'ultima «devi vederla dall’alto, dalla strada vicinale che borda la selva antica ai piedi dei Camaldoli, per capire che Pianura non è più un casale, e nemmeno un quartiere, ma una città, che in quarant’anni s’è costruita da sola, riempendo di palazzi la conca verde e le terre scure fertilissime» scrivono Di Gennaro e Guida. «Nel passato di questi luoghi non c'era l’industria, come a Bagnoli o a Napoli Est, qui l’economia era agricola, e dava da vivere a tutti. Con l’ingresso nella modernità scombinata, il posto dell’agricoltura viene occupato dall’edilizia “fai da te” e la contabilità dell’abusivismo è impressionante. “La Pianura che vorrei” monologo scritto da un’alunna dell’I.C. “Massimo Troisi” ed il monologo “Periferie, fiori non muri” di Armando De Martino, entrambi interpretati durante il convegno da un alunno della “Troisi”, accompagnati da una mostra di elaborati grafici realizzati da alcuni studenti, immagineranno e presenteranno una Pianura più vivibile e a misura d’uomo. Illusione, utopia o sogno realizzabile?

Alla politica spetta l’onere di rispondere a questa domanda e raccogliere la sfida: «Il racconto di questo quartiere contiene in nuce le cose da fare», concludono Di Gennaro e Guida. «Un grande programma di riammaglio, riordino, messa a sistema, demolizione (dove necessario), ricostruzione (dove le regole lo consentiranno), di sistematica manutenzione ordinaria, cura urbana, di tutela dei residui agricoli che resistono alla città che avanza. Nonostante i collegamenti rapidi, però, Napoli appare effettivamente lontana e il Comune di piazza Municipio ancora di più. Eppure sono proprio le grandi strategie o qualche idea innovativa infilata in un nuovo Piano Urbanistico a non servire. O a non servire più». I nemici da battere sono l’eccessiva burocrazia e l’inefficienza della macchina amministrativa che spesso dilata i tempi di realizzazione delle opere, annullandone gli effetti positivi per il territorio. «Pianura attende una normale efficienza amministrativa che concluda le cose incompiute, riqualifichi quelle da riqualificare e controlli quando c’è da controllare, invertendo il senso di anomia di questi luoghi.

La sfida urbana di Pianura può essere ancora vinta».

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Il Mattino