Un'Antologia di Spoon River “riscritta” da Enzo Moscato (nella foto di Salvatore Pastore), il cimitero sulla collina che diventa Partenope, sterminato obitorio...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Neapolis diventa così Spentaluce, cenere e lapilli dopo l’ultima eruzione del Vesuvio e Moscato tradisce, inventa, ma conserva, raccoglie e plasma, come un demiurgo ispirato, l'Antologia di Spoon River. Un'operazione audace e intensa, in cui la cultura partenopea diviene filtro per quella anglosassone nella tensione di un Novecento italiano ed europeo irrisolto che si proietta nella contemporaneità. Moscato trascina il numeroso gruppo di attori, li dirige come fossero musicisti verso una dimensione corale autentica, cui lo spettatore è, probabilmente, poco abituato. Li fa agire in un cimitero, tra l'onirico e il materico, che palpita e si ribella e ritorna come un'espiazione, in un teatro fatto di strati di conoscenza, libero e in continua evoluzione. La lingua è quella napoletana, piena e corrosiva, che diviene immediatamente un altro personaggio, in una coralità di voci “raccolte” e poi “bruciate” nel passaggio amato e devastante che è il teatro. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino