«Mumblerumbledrome»: performance di Giovanni Franco al sarajevo supermarket

La mostra "Disegni perduti" di Giovanni Franco
Il rimuginìo interiore, il suo borbottare sommesso, poi un rombo di tuono, il suo incalzare rumoroso, che si rincorrono nello spazio definito di un circuito. Ci sono una...

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Il rimuginìo interiore, il suo borbottare sommesso, poi un rombo di tuono, il suo incalzare rumoroso, che si rincorrono nello spazio definito di un circuito. Ci sono una voce imitativa, un suono onomatopeico e un luogo a sintetizzare l’operazione: “Mumblerumbledrome” è infatti il titolo dell’azione performativa di Giovanni Franco, che questo lunedì (il giorno 23) alle 21 chiude la sua personale “Disegni perduti” – al sarajevo supermarket home studio (via Matteo Ripa 7; informazioni alla pagina Fb, o ai numeri 328/9677340 e il 347/4735564).


Più precisamente, “Mumblerumbledrome” sta per “circuito del rimuginare rumorosamente”, e l’azione si articolerà in più momenti, che porteranno tutti verso il tratteggio di un autoritratto: quello di Giovanni Franco, appunto. Ma, prima di vedere come, vale la pena fare un passo indietro per tornare alla mostra: “Disegni perduti” è un po’ un tirare le somme, il frutto di trentacinque anni di attività, anni nei quali quei lavori non sono mai stati mostrati dall’artista – un modo dunque per esplicitare quanto avvenuto sino a oggi, ma anche per trovare il punto da cui ripartire per la realizzazione di nuove forme e nuovi progetti. I disegni, peraltro, sono stati (e possono ancora essere) regalati ai migliori partecipanti alla campagna “Impara l’arte e usala!”, per sostenere sarajevo supermarket e le sue attività (www.produzionidalbasso.com/project/impara-l-arte-e-usala-sarajevo-supermarket/).

Veniamo però all’evento che chiude la mostra, e a come Franco arriverà a tratteggiare il proprio ritratto attuale: “Mumblerumbledrome” sarà gioco e sarà disegno di un proprio territorio, sarà “luogo in cui coniugare il silenzio col rumore, la riflessione meditabonda con l’atto, il ripiegamento in sé con il rintracciamento di inedite linee di erranza”. Ancora, la ricerca di un centro nel caos, di un ritmo, dell’energia necessaria per intraprendere nuovi percorsi.


La performance sarà documentata dalle macchine di Luca Anzani, Giulia Biccario, Paolo Lastrucci, Mauro Rescigno e Rose Sélavy. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino