“Napoli contemporanea”, Antonio Marras apre la stagione ricca di mostre

A dare l'avvio alla programmazione 200 lanterne dell'installazione di Antonio Marras

Una delle creazioni in mostra
Da giugno 2023 a Napoli l’arte contemporanea torna protagonista grazie alla ricca programmazione di mostre e installazioni voluta dall'amministrazione...

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Da giugno 2023 a Napoli l’arte contemporanea torna protagonista grazie alla ricca programmazione di mostre e installazioni voluta dall'amministrazione comunale, sotto il titolo “Napoli contemporanea”, curata da Vincenzo Trione. L’obiettivo ambizioso è rafforzare la vocazione al contemporaneo della città attraverso una serie di iniziative pensate appositamente per gli spazi pubblici e i siti museali dai protagonisti dell’arte del nostro tempo.

Tra i primi artisti invitati a rileggere alcuni luoghi simbolici della città: Antonio Marras, Michelangelo Pistoletto, Gaetano Pesce, Claudio Parmiggiani, Francesco Vezzoli, Daria D’Antonio e Paolo Sorrentino.

A dare l’avvio alla programmazione è un intervento in un'area del centro storico. Si tratta dell’installazione di Antonio Marras  “Questi miei fantasmi”, concepita per gli spazi di vico San Pietro a Majella e delle Rampe del Salvatore, chiuse dagli anni Settanta e riaperte per l’occasione, luoghi che con loro stratificazione di epoche e influssi culturali, rappresentano un terreno fertile per la creatività di Marras.

L'iniziativa è realizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli Federico II, l’Accademia di Belle Arti di Napoli, FOQUS-Fondazione Quartieri Spagnoli e il Conservatorio di San Pietro a Majella. L'organizzazione e la comunicazione sono a cura della casa editrice Electa.

Marras sceglie di intervenire nel cuore della città con un’installazione aerea e luminosa composta da 200 lanterne e 150 orfanelle ricamate a mano e cucite a macchina dagli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. Il soggetto dell’opera, che rende omaggio nel titolo alla commedia “Questi fantasmi” di Eduardo De Filippo, è la luce: simbolo di vita, di rinascita e di speranza per tutta la comunità.

Emanata da lanterne, decorate con diversi tessuti della collezione alta moda, la luce animerà il variopinto patchwork di colori e di texture, rimando alla bellezza che nasce dall’incontro tra differenze. Diffusa dalle orfanelle, camicie da notte degli anni '20 e '30 del Novecento poste in sospensione che si muovono libere nell’aria come entità luminose, la luce riempirà lo spazio con leggerezza, dando vita a installazioni che combinano performance e scenografia.

 

 

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Il Mattino