Napoli, il Quartetto Sirio con «Strings rhapsody»: 14 brani nella Chiesa di Santa Maria Donnalbina

Il quartetto d’archi sposa il rock: non è la prima volta che una formazione colta prova a tradurre canzoni nate in un altro contesto

Il Quartetto Sirio
Il Quartetto Sirio giovedì 20 aprile alle 18,45 presenta nella Chiesa di Santa Maria Donnalbina «Strings rhapsody». Il concerto rappresenta il secondo...

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Il Quartetto Sirio giovedì 20 aprile alle 18,45 presenta nella Chiesa di Santa Maria Donnalbina «Strings rhapsody». Il concerto rappresenta il secondo appuntamento del mese di «Pertinent» la II edizione della rassegna «Giovani d’intorno» organizzata dall’Associazione Collegium Philarmonicum.

L’ensemble nasce dall’incontro dei violinisti Sergio Fanelli e Alba Paradiso con la violista Sara Santillo e il violoncellista Giovanni Sanarico; provenienti da esperienze diverse e spinti dal comune amore per la letteratura quartettistica, hanno deciso di lavorare insieme esplorando il repertorio di tradizione e quello meno noto, dal 1700 ai nostri giorni. Il concerto di giovedì 20 presenterà 14 brani del gruppo di Freddy Mercury e Brian May riarrangiati: da «Love of my life» a «Somebody to love», da «Bohemian Rhapsody» a «We are the Champions» e «We Will Rock You».

«Ci interessava contaminare i due generi musicali, il rock e la classica – dice il portavoce del gruppo Sergio Fanelli -. Abbiamo rivisitato i Queen facendo di tutto per avvicinare i nostri strumenti a questo genere particolare. Siamo tutti e quattro ascoltatori del gruppo inglese: strada facendo ci siamo resi conto, ascoltando brano dopo brano, che parliamo di artisti che conoscevano benissimo la musica». Intenso è il lavoro nel tempo alla ricerca di contaminazioni con stili e generi moderni come il tango, il jazz, il rag time e la pop-music, pur mantenendo la struttura e le caratteristiche del quartetto classico.

«Ognuno di noi ha solide radici colte e una visione personale. Come quartetto cerchiamo di essere i più fedeli possibili all’intenzione del compositore. Allo stesso tempo abbiamo sempre curato questo tipo di contaminazione. Ci siamo resi conto di quanto il pubblico lo apprezzi e cerchiamo di ingessare i brani il meno possibile. Ripetere l’operazione? Al momento è solo un’idea. Ci piacerebbe rivisitare le canzoni di un altro gruppo famoso. Stiamo pensando agli Abba e ai Beatles».

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Il Mattino