Le tradizioni, i suoni e le danze del Mezzogiorno sono i protagonisti del primo Festival della Musica popolare del Sud Italia, dal 21 al 24 giugno, organizzato dal Museo e Real...
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Si potrà imparare a ballare le danze la tarantella calabrese, la pizzica tarantata e le tammurriate campane (Cellaio, ore 17), ma in programma nella 'quattro giorni' ci sono anche seminari e workshop per approfondire l'ampio mondo delle tradizioni popolari del Sud Italia con le voci più autorevoli del settore (Cellaio, ore 16 e sabato 23 e domenica 24, ore 11). «La musica popolare é una musica colta - ha detto il direttore del Museo Sylvain Bellenger presentando l'iniziativa e ricordando la sua scoperta di Roberto Murolo e della Gatta Cenerentola di Roberto De Simone - Questo è anche il modo più allegro e vivace di dare visibilità alla cultura popolare, e Napoli ha ancora il lusso di avere una particolarmente viva. È un grande onore per me, dopo la creazione con Elsa Evangelista di Musica alla Reggia e la rinascita del Luglio Musicale, aver creato a Capodimonte, grazie alla competenza di Aurora Giglio, la prima associazione di musica popolare napoletana, Musicapodimont».
Peppe Barra ha ricordato il suo percorso artistico, dalla Nuova Compagnia di Canto Popolare alla nuova strada della World Music, «allora ho capito ancora di più l'importanza delle mie origini; tutto questo è potuto accadere poiché ho avuto la fortuna di avere come madre, compagna e maestra una persona luminosa come Concetta Barra. Oggi sono orgoglioso e onorato di dirigere artisticamente la prima edizione di questo festival».
Per il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca «la musica popolare è stata, per secoli, uno dei pochi mezzi a disposizione dei meno abbienti per esprimersi e comunicare. Non bisogna disperdere quella fonte culturale che, insieme ai proverbi e all'idioma dialettale, rappresentano gli indizi essenziali, le radici della cultura del nostro popolo. Questa iniziativa sarà uno straordinario momento di confronto e aggregazione sociale e al contempo un'occasione per fortificare il senso di appartenenza alle nostre radici». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino