Napoli, al Sannazaro Gianfelice Imparato alle prese con «La felicità»

L'opera di Eric Assous descrive alla perfezione l'amore dopo gli "anta"

Gianfelice Imparato in scena
Gianfelice Imparato è il protagonista e regista di “La felicità” di Eric Assous che debutta venerdì 3 novembre al teatro Sannazaro (si replica il...

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Gianfelice Imparato è il protagonista e regista di “La felicità” di Eric Assous che debutta venerdì 3 novembre al teatro Sannazaro (si replica il 4 e 5 novembre). In scena con Imparato, Alessandra D’Ambrosio, una produzione I Due Della Città Del Sole.

Luisa e Alessandro, non più giovani, dopo il loro primo incontro hanno passato la notte insieme. Al risveglio si trovano ad affrontare le tipiche insicurezze di chi non sa se la loro prima colazione sia l’inizio di un rituale che condivideranno nel tempo o l’epilogo di un incontro casuale. Di questi momenti ne hanno vissuti tanti. Luisa è separata e Alessandro è in attesa di divorzio ed ha anche tre figlie. In un susseguirsi di bugie, colpi di scena e situazioni paradossali, Eric Assous, in questa pièce estremamente divertente, riesce a descrivere perfettamente l’amore dopo gli “anta”: credono ancora che in un rapporto di coppia possono trovare la felicità?

«Eric Assous – dice nelle sue note di regia Imparato -  è un autore che ho scoperto da poco, ma che mi ha subito affascinato per il suo modo originale di indagare l’animo delle persone attraverso i suoi personaggi. Anche altre sue opere trattano delle dinamiche di coppia, ma “La felicità” mi ha colpito particolarmente per come la profondità dei temi si concilia con la leggerezza e la comicità dei dialoghi. È un solo atto, della durata di circa 90 minuti, diviso in cinque quadri. E la storia ci racconta, nell’arco temporale di sei mesi, di due persone mature. Dal loro primo e casuale incontro fino al giorno del matrimonio. I passaggi da un quadro all’altro saranno scanditi da musiche e cambi di luce. Pochi elementi scenici per la consapevolezza che altri orpelli o artifici nulla apporterebbero al valore del testo che ha bisogno di essere gustato in tutti i suoi molteplici sviluppi che vanno dal tenero al comico, al teso con imprevedibili cambi di umori. L’ultima battuta del testo: “Non è perché non abbiamo più vent’anni che non abbiamo più diritto alle illusioni. La felicità ci sembra un miraggio, ma è molto semplice. È alla portata di tutti. Saremo felici, vedrai».

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Il Mattino