Napoli, Teatro Bolivar: Erri De Luca in scena con «Le Rose di Sarajevo»

Lo scrittore sarà in scena con Cosimo Damiano Damato e la Minuscola Orchestra Balcanica di Giovanni Seneca

Napoli, Teatro Bolivar: Erri De Luca in scena con «Le Rose di Sarajevo»
Venerdì 3 e sabato 4 febbraio al teatro Bolivar arriverà Erri De Luca con “Le rose di Sarajevo” per le due uniche date in Campania. Lo scrittore,...

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Venerdì 3 e sabato 4 febbraio al teatro Bolivar arriverà Erri De Luca con “Le rose di Sarajevo” per le due uniche date in Campania. Lo scrittore, attesissimo, sarà in scena con Cosimo Damiano Damato e la Minuscola Orchestra Balcanica di Giovanni Seneca, saranno al Teatro Bolivar, diretto da Nu’Tracks (Via Bartolomeo Caracciolo, 30 - Napoli). Uniche due date in Campania di Erri De Luca che porterà in scena “Le Rose di Sarajevo” venerdì 3 (ore 20.30) e sabato 4 febbraio (ore 20.30).

Accanto allo scrittore andranno in scena il suo amico e fratello di poesia, Cosimo Damiano Damato e l’ensemble Minuscola Orchestra Balcanica di Giovanni Seneca, con Anissa Gouizi e Gabriele Pesaresi, per rendere omaggio al poeta Izet Sarajlić, il cantore di Sarajevo testimone della tragedia della Bosnia, che più di tutti i poeti del Novecento è riuscito a raccontare la grande ferita della guerra.

Lo spettacolo ha debuttato con un sold out al teatro delle Muse di Ancona in apertura dell’Adriatico Mediterraneo Festival. De Luca e Damato, hanno già raccontato insieme altre storie, per il cinema (“Tu non c’eri”), al teatro (“Se i delfini venissero in aiuto”) e in un libro (“L’ora X, una storia di lotta continua”). Due generazioni che stanno dalla stessa parte, con lo stesso sguardo civile e condividono la stessa poesia, le stesse battaglie. Salgono sul palco per amicizia, per raccontarsi ancora una volta una storia e lo fanno partendo dal pensiero del poeta Izet Sarajlić: «Chi ha fatto il turno di notte per impedire l’arresto del cuore del mondo? Noi, i poeti».

«Nell’assedio più lungo del 1900 - scrive Erri De Luca - nella Sarajevo degli anni Novanta, i cittadini andavano alle serate di poesia nel buio di una città senza corrente elettrica. Sperimentavano che in una guerra solo i versi sono capaci di correggere a forza di sillabe miracolose il tempo sincopato dei singhiozzi, il ragtime delle granate, l’occhio di un mirino addosso. Credo che un poeta debba diventare un membro di famiglia e non restare l’autore di versi pubblicati. Eppure, credo che un poeta paghi i suoi versi con la vita svolta. In un poeta cerco, esigo che la sua vita sia all’altezza della sua pagina. Perciò Izet Sarajlic doveva essere maestro di lealtà civile restando a Sarajevo fino all’ultimo giorno di malora. Con i suoi versi si erano dati voce gli innamorati di due generazioni. Chi è stato responsabile della felicità, lo è pure dell’infelicità».

A Damato è affidata la lettura di alcune poesie di Izet per poi duettare con Erri dando voce al carteggio “Lettere fraterne” che Erri e Izet si sono scambiati, un epistolario che ha la potenza poetica dei carteggi dei grandi poeti. Ad Erri, volontario sui convogli umanitari a Sarajevo, il racconto del Novecento, dei suoi poeti e dei versi di Izet. A Giovanni Seneca, Anisa Gouzi e Gabriele Pesaresi il compito di imbarcare le parole su una nave musicale dalle atmosfere balcanico-Mediterranee. Erri de Luca voce narrante, Cosimo Damato voce narrante, Giovanni Seneca chitarra classica, Gabrile Pesaresi contrabbasso, Anissa Gouizi Voce e percussioni (darabouka e tamburi a cornice).

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Il Mattino