Valčuha torna sul podio al San Carlo: con lui il violino di Solokov

Valčuha torna sul podio al San Carlo: con lui il violino di Solokov
Domenica 11 novembre alle 18, torna sul podio dell’Orchestra del Teatro di San Carlo il suo Direttore Musicale Juraj Valčuha, dopo...

Continua a leggere con la nostra Promo Flash:

X
Scade il 29/05
ANNUALE
11,99 €
79,99€
Per 1 anno
SCEGLI
MENSILE
1,00 €
6,99€
Per 3 mesi
SCEGLI
2 ANNI
29 €
159,98€
Per 2 anno
SCEGLI

VANTAGGI INCLUSI

  • Tutti gli articoli del sito, anche da app
  • Approfondimenti e newsletter esclusive
  • I podcast delle nostre firme

- oppure -

Sottoscrivi l'abbonamento pagando con Google

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Domenica 11 novembre alle 18, torna sul podio dell’Orchestra del Teatro di San Carlo il suo Direttore Musicale Juraj Valčuha, dopo il successo della Messa da Requiem verdiana con cui è stata inaugurata la Stagione di Concerti 2018/19.

A condividere la scena con l’Orchestra e con Valčuha sarà il violinista ucraino Valeriy Sokolov, al suo debutto al Lirico napoletano. Tra i giovani talenti più apprezzati nel panorama internazionale, Sokolov unisce padronanza tecnica ad una maturità interpretativa.
Protagonista del concerto, sarà la Russia, ritratta in musica con un particolare sguardo: il programma si evolve attraverso gli anni cruciali della Rivoluzione e sceglie opere in cui la sonorità sovietica incontra, in diversa misura, la tradizione occidentale.

In apertura, il Valzer da concerto n. 1 in re maggiore, op. 47 di Aleksandr Glazunov. Il compositore, radicato nel contesto pre-rivoluzionario, rappresenta il trait d’union tra la scuola russa dell’Ottocento e di quella moderna. Si entra, dunque, nel vivo del Novecento con il Concerto n. 2 in sol minore per violino e orchestra, op. 63 di Sergej Prokof’ev: la sola voce del violino, che nell’introduzione espone il tema principale, si sviluppa in una composizione che anche qui risente delle due diverse influenze, sovietica ed europea. La caratterizza una sorta di vocazione cosmopolita: “Il numero dei posti in cui ho scritto il Concerto dimostra il tipo di vita nomade che conducevo allora – annota il compositore -. Il tema principale del primo movimento l’ho scritto a Parigi, il primo tema del secondo movimento a Voronež, l’orchestrazione l’ho finita a Baku e la prima è stata a Madrid”. Concludono le Danze Sinfoniche, ultima opera di Sergej Rachmaninov. “I Thank Thee, Lord” (“Ti ringrazio, Signore”) sono le parole che sigillano la pagina finale della partitura manoscritta: si ritrovano molteplici costanti della produzione sinfonica del compositore, in un’opera che ne rappresenta il testamento spirituale. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino