«Nonostante il lungo tempo trascorso», la mostra sulle stragi nazifasciste al Pan di Napoli

Un racconto video-fotografico degli eccidi nella Guerra di Liberazione

Il logo della mostra
“Nonostante il lungo tempo trascorso…” è il titolo della mostra itinerante sulle stragi nazifasciste nella Guerra di Liberazione (1943-45) che è...

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Nonostante il lungo tempo trascorso…” è il titolo della mostra itinerante sulle stragi nazifasciste nella Guerra di Liberazione (1943-45) che è recentemente approdata a Napoli dopo aver essere stata ospitata già in varie città italiane, tra cui Roma, Firenze e Palermo. Accessibile a Palazzo Roccella, sede del Palazzo dell’Arte di Napoli (PAN), in Via dei Mille (Napoli), la mostra sarà visitabile fino al 19 marzo 2023.

«Abbiamo voluto questa mostra a Napoli a 80 anni dalle Quattro Giornate», ha spiegato il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi in occasione dell’inaugurazione della rassegna video-fotografica, «proprio per ricordare le tanti stragi sia civili che militari che sono state compiute dai nazifascisti».

Inaugurata il 7 febbraio, l’iniziativa è organizzata dallo Stato Maggiore della Difesa e dalla Procura Generale Militare presso la Corte Militare di Appello sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica in collaborazione con l’Amministrazione Comunale. Si tratta di una esposizione di documenti scritti e fotografici, videofilmati, testimonianze orali e schede storiche che vogliono illuminare i visitatori sugli orrori perpetuati dai nazifascisti in Italia e all’estero sulla popolazione civile e sui militari italiani.

Si tratta, come testimonia la mostra, di 5872 episodi che causarono 24409 vittime, di cui 1400 in Campania. «L’idea di portarla a Napoli», ha sostenuto Marco De Paolis, Procuratore Generale Militare presso la Corte Militare di Appello, «è quella di far conoscere soprattutto al Meridione una pagina della nostra storia che è poco conosciuta in tutta Italia, ma ancor meno nel Meridione, sebbene il Meridione e soprattutto la Campania abbiano pagato un alto tributo di sangue per queste vicende».

La narrazione espositiva focalizzata su vittime, episodi e storie si conclude infine con un interessante focus sui processi celebrati nei tribunali militari italiani contro i crimini di guerra tedeschi fino al 2013. «Nel Meridione ci sono stati due processi», elucida De Paolis, «uno al Tribunale militare di Napoli per la strage di Mugnano che si è concluso con un’assoluzione, e un altro presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere per la strage di Caiazzo, in cui invece si è arrivati a una condanna». Doveroso, secondo De Paolis, stabilire le responsabilità individuali di queste vicende. Alla vergogna di una giustizia dimenticata, infatti, si è aggiunto il marchio di una giustizia negata, impedita. «Nel 1960 furono insabbiati centinaia di fascicoli giudiziari che riguardavano altrettante stragi», racconta, «questi fascicoli poi riemersero a metà degli anni 90 in maniera casuale».

L’ultimo atto del processo che finalmente fece luce sugli episodi stragisti risale al 2002, quando De Paolis assunse la direzione della Procura Militare. Questi ritrovò oltre un centinaio di fascicoli che giacevano ancora da istruire e così, nel corso dei suoi diciotto anni di esperienza prima come Giudice per le indagini preliminari e poi come Procuratore Generale Militare, occupandosi di più di 500 procedimenti di indagine per eccidi su civili e militari italiani, ha portato a giudizio 17 processi e ha ottenuto 57 condanne all’ergastolo di militari tedeschi responsabili delle più sanguinose stragi compiute in Italia e all’estero durante la II guerra mondiale, tra cui quelle di Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema, Cefalonia e Civitella in Val di Chiana.

«L’idea da cui è partita la mostra è quella di costruire un centro di documentazione stabile, in cui raccogliere tutto questo materiale, che possa essere anche un centro di studi su crimini di guerra e diritto umanitario», conclude De Paolis, che non esclude la possibilità che la città di Napoli possa ospitare queste iniziative.   

A tal proposito, è invece online un’altra risorsa fondamentale, l’Atlante delle Stragi Naziste e Fasciste in Italia, realizzato nell’ambito del progetto avviato dal governo italiano e quello tedesco, i quali hanno insediato nel 2009 una Commissione storica congiunta con il compito di elaborare un’analisi critica dell’esperienza bellica. In collaborazione con l’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia (INSMLI) e l’Associazione nazionale partigiani d’Italia (ANPI), il progetto è giunto alla creazione di un atlante degli episodi stragisti perpetuati dall’esercito tedesco e dai suoi alleati fascisti in Italia tra il 1943 e il 1945.

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Il Mattino