Al Nuovo Teatro Sanità debutta il dramma familiare “Dedalo”

Al Nuovo Teatro Sanità debutta il dramma familiare “Dedalo”
Venerdì 20 maggio alle 21 al Nuovo Teatro Sanità si terrà l'ultimo appuntamento della rassegna Percorsi Contemporanei realizzata...

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Venerdì 20 maggio alle 21 al Nuovo Teatro Sanità si terrà l'ultimo appuntamento della rassegna Percorsi Contemporanei realizzata da ntS’ insieme a Mutamenti, con il supporto del Teatro Pubblico Campano. Debutta in scena Dedalo, spettacolo scritto da Chiarastella Sorrentino e Mario Gelardi, interpretato da Carlo Geltrude, Gennaro Maresca e Gennaro Guazzo, diretti dallo stesso Gelardi. Il lavoro teatrale si avvale delle musiche originali di Carlo Vannini e del disegno luci di Alessandro Messina. 

In scena, la storia di una famiglia anticonvenzionale, formata da padre, figlio e cognato. I personaggi affrontano insieme la malattia di Michelino, affetto da Xeroderma Pigmentoso, una patologia che gli impedisce di esporsi alla luce del sole. Michelino è relegato allo stato di malato permanente, non può vivere come i suoi coetanei i momenti di aggregazione e di svago ed ha solo un piccolo grande desiderio: vedere le rondini che ogni primavera arrivano sul tetto a formare il nido. Il padre di Michelino,Tito, ha lasciato il lavoro dopo la morte della moglie e si è confinato in casa in una condizione di isolamento e di “studio”: egli è convinto che riuscirà a trovare il farmaco miracoloso che guarirà la malattina di Michelino. Nella quotidianità, la sorte di questa famiglia è affidata allo zio, Pasquale, uno scapolo che dedica le sue giornate alla cura della casa e del nipote, quasi come se si fosse sostituito alla sorella, scomparsa da molti anni. Pasquale ha sogni artistici, vorrebbe recitare, cantare, e lo fa nei momenti di quotidianità, usando l'arte per scappare dalla realtà. 

Nello spettacolo sono molteplici i riferimenti alle opere teatrali di Eduardo De Filippo ed in particolar modo i personaggi di Tito e Pasquale sono un omaggio a due figure epocali del teatro napoletano, Luca e Pasquale Cupiello. 

«Nella mitologia classica Dedalo è l’inventore geniale, colui che costruisce lo strumento da cui però, dipenderà la sorte del suo stesso figlio. Nella storia di questa famiglia» spiegano gli autori «i rapporti tra padre e figlio e tra reclusione e libertà vengono indagati proprio partendo dall’esempio di Dedalo e Icaro. Cosa vuol dire essere liberi? Cosa vuol dire ubbidire? Questo testo vuole indagare il senso più ampio della parola famiglia, ossia quell’intero complesso di ruoli, abitudini, caratteri, competizioni che nascono nei piccoli grandi cosmi delimitati dalle mura domestiche; è per questo che, nonostante lentamente si consumi una tragedia, il tono e il linguaggio per gran parte delle scene sono leggeri e surreali, come a raccontare sia la consuetudine del dialogo familiare e quotidiano, sia un sentimento di evasione dalla realtà e dal destino che la scienza sembra aver già scritto».

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Il Mattino