Una tesi di laurea, un approfondimento didattico annuale di un intero corso e il lavoro di tre laureati eccellenti. Ecco gli elementi di “Ogni nave ha bisogno di un...
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“Tutti coloro che hanno dominato Napoli hanno fatto del suo porto uno scalo cruciale per i loro commerci - evidenzia Zappalà - ed oggi le sue banchine sono attracco per navi porta container che trasportano merci in tutto il mondo e per imponenti navi da crociera che hanno fatto della città una tappa irrinunciabile dei loro tour nel Mediterraneo”. Il lavoro ha preso spunto anche da “Pellicole dal Porto” la tesi di laurea di Claudia Pascotto, laureata in Imprenditoria e Creatività per Cinema, Teatro e Televisione all’Università Suor Orsola Benincasa ed oggi assistente alla produzione della Film Commission della Regione Campania, che ha raccontato la storia del Porto di Napoli con uno speciale approfondimento sul suo utilizzo come location cinematografica (dai fratelli Lumière ai Manetti Bros). Il raffinato montaggio del documentario realizzato per l’Autorità Portuale di Napoli con la collaborazione della Film Commission Regione Campania, è stato curato dal noto videomaker Mario Leombruno, giornalista professionista formatosi alla Scuola di Giornalismo dell’Università Suor Orsola Benincasa dove si è laureata in Scienze della Comunicazione anche Giovanna Iavazzi che ha curato la produzione di “Ogni nave ha bisogno di un Porto” e che oggi lavora come assistente alla regia ed alla produzione di importanti lavori cinematografici, da ultimo “Fantasmi a Napoli”, il nuovo film di Christian De Sica che si sta girando proprio in questi giorni a Napoli.
“Nel Porto di Napoli - sottolinea Mario Leombruno anticipando i temi del documentario - uomini in caschi gialli e tute fosforescenti si mischiano a turisti e viaggiatori, tra grandi gru, container e mute testimonianze di una storia centenaria, fatta non solo di acciaio, cemento e merci, ma soprattutto del lavoro di migliaia di uomini e donne”.
Il Mattino