Paola e Chiara a Napoli: «Noi portiamo luccicore in questi tempi poco divertenti»

Attese all'Arena Flegrea

Paola e Chiara
La «vita nueva» di Paola & Chiara è (ri)cominciata a Sanremo con quella «Furore» premiata dal pubblico e dalle radio molto più di quanto...

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La «vita nueva» di Paola & Chiara è (ri)cominciata a Sanremo con quella «Furore» premiata dal pubblico e dalle radio molto più di quanto lasci intendere il diciassettesimo posto incassato all'Ariston, come dimostra la fibrillazione cresciuta intorno alle sorelle Iezzi, in arrivo giovedì prossimo a Napoli, Arena Flegrea, per un concerto al momento lontano però dal sold out. «Fino ad un anno e mezzo fa, non pensavamo potesse accadere tutto questo can can attorno alla nostra reunion», raccontano nuovamente a una voce come un tempo: «L'invito a San Siro di Max Pezzali, il "Beach party" di Jovanotti, Sanremo, la raccolta di duetti "Per sempre"... tutto è accaduto molto velocemente ricordandoci la magia di un film già visto, quello del 1997, anno del nostro esordio, dove tutto accadde molto velocemente».

«Per sempre» ha provato a mettere in campo delle Paola & Chiara 2.0, aggiornando al 2023 i vostri più grandi successi. «Effettivamente, eccetto "Furore" e "Mare caos", sono tutti brani del passato rivisitati assieme ad amici come Elodie, Jovanotti, Ana Mena, Max Pezzali, Noemi, Emma, Gary Ponte, Tiziano Ferro, Levante e Cosmo, affidando ogni pezzo o quasi ad un produttore diverso. Se durante le registrazioni abbiamo avuto un fine è stato quello di rinnovare la goduria di fare questo mestiere in tempi dove spazio per il divertimento sembra essercene sempre meno. Pure a Sanremo, dopo 18 anni, volevamo che la gente si divertisse vedendoci luccicare sul palco».

A cosa si deve tutta questa attesa?
«Forse alla coerenza del nostro cammino artistico. Non abbiamo niente su cui recriminare e questo, probabilmente, il pubblico l'ha capito: più sincere di così non potremmo essere».

Sembra che a Pezzali restituirete la cortesia dopo l'estate cantando con lui una nuova canzone. Intanto lo ospitate in «Amici come prima».
«Non avrebbe potuto essere altrimenti, visto che "Amici come prima" è stato il nostro primo successo dopo i due anni trascorsi a fare le coriste con gli 883. Fu proprio Max a suggerirci di andare in Irlanda a cercare l'ispirazione per scrivere il nostro secondo album. Consiglio prezioso, preso al volo».

Che cosa avete detto ai produttori al momento di entrare in studio?
«Vogliamo rifare queste canzoni, mantenendo la loro essenza intatta. Un pezzo dance deve rimanere dance, uno rock come la stessa "Amici prima" deve rimanere rock. Ecco perché le nuove versioni, pur profondamente aggiornate, rispettano moltissimo le originali».

Potendo avere chiunque nel disco, chi avreste voluto?
«George Michael o Michael Jackson, ma non sono più tra noi, quindi diciamo Ed Sheeran, Harry Styles, Rosalia, Sam Smith... Di personalità capaci di esprimere l'arte anche in tempi non proprio facili come questi ce ne sono diverse».

E il Festival, lo rifareste?
«Sì, non abbiamo preclusioni. Abbiamo un cassetto pieno di cose interessanti e Amadeus ci ha già detto che, se c'è la canzone, possiamo riproporci quando vogliamo».

Chiara lei ad un certo punto ha denunciato di ricevere violenze sui social.
«Ho attraversato un momento di difficoltà, fatto di ansia e attacchi di panico, situazione che mi ha reso particolarmente fragile togliendomi la forza di difendermi, come sarebbe stato normale. Tutto superato, però, grazie alla terapia e l'affetto di chi mi vuole bene».

Il mese scorso siete state le madrine del Roma Pride 2023.
«Non riusciamo ad immaginarci una società del futuro non inclusiva. C'è sì guadagnare nuovi diritti, ma bisogna innanzitutto difendere quelli conquistati. E mai dare alcunché per scontato».

Sul tema dei diritti vi sentite intimorite dal corso politico del Paese?


«No, perché abbiamo fiducia nelle persone e crediamo che nessuno, governo in primis, voglia peggiorare le cose mettendo in dubbio il principio che siamo tutti uguali e abbiamo tutti lo stesso diritto di amare chi vogliamo come vogliamo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino