Al Pascale una mostra fotografica contro la violenza sulle donne: «Da inizio anno già 19 vittime»

Modelle sono 25 professioniste del polo oncologico

La mostra fotografica
L'Istituto nazionale tumori fondazione G. Pascale presenta una mostra fotografica contro la violenza sulle donne che ritrae 25 professioniste del polo...

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L'Istituto nazionale tumori fondazione G. Pascale presenta una mostra fotografica contro la violenza sulle donne che ritrae 25 professioniste del polo oncologico. Così, l'ospedale accoglie l'appello di Papa Francesco: «Basta con gli omicidi e i soprusi. Ferire una donna è oltraggiare Dio». 

Le location in cui sono state scattate le fotografie sono il terzo piano e le salette operatorie dismesse del presidio ospedaliero dell’Ascalesi a Forcella. Da anni l’istituto dei tumori di Napoli è impegnato con il Comitato Unico di Garanzia, che opera per assicurare, nell’ambito di lavoro, pari opportunità di genere.

Daniela Barberio, responsabile del servizio di psicologia dell'ospedale Pascale, ha detto: «Come istituzione vogliamo denunciare questa emergenza. In un anno si arriva a 100 donne almeno che hanno subito violenze. Non possiamo essere indifferenti, invitiamo attraverso questa mostra le donne a denunciare. Solo se tutti insieme combattiamo questa battaglia probabilmente possiamo vincere».

Durante la presentazione della mostra itinerante sono state ricordate le vittime donne uccise dal primo gennaio ad oggi. Sono contate già 19 donne uccise in ambito familiare/affettivo; di queste 9 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner. Questo dato non è cambiato negli anni: quasi una donna uccisa ogni quattro giorni. 

La mostra è stata realizzata con 25 modelle: quattro oncologhe, due biologhe, due dermatologhe, una chirurga, un’anestesista, due radiologhe, due psicologhe, una nutrizionista, una dietista, sei amministrative, tre infermiere.

 

 

Il messaggio arriva attraverso foto che ritraggono le donne con occhi chiusi o bendati e bocche tappate, facce rivolte verso il muro, volti piegati a terra, come spesso accade nelle case in cui si consumano abusi e omicidi, ma anche foto di attualità come la donna fotografata mentre rappresenta con le due mani il simbolo dell’Sos o dei mazzi di chiavi che “devono fare rumore”.

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Il Mattino