Philip Colbert arriva al Mann con le sue aragoste: tra arte classica e contemporanea

La mostra sarà disponibile al Museo Archeologico di Napoli dal 26 gennaio al primo aprile

Philip Colbert
Un incontro forse inaspettato: l'aragosta pop del celebre artista britannico Philip Colbert diviene protagonista di tele e sculture che rielaborano l'iconografia di...

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Un incontro forse inaspettato: l'aragosta pop del celebre artista britannico Philip Colbert diviene protagonista di tele e sculture che rielaborano l'iconografia di mosaici ed affreschi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.  

Dal 26 gennaio al 1° aprile 2024, la mostra site specific «Philip Colbert. House of the lobster» è in programma nell'Atrio del Mann: l'idea dell'installazione è nata quando Colbert, che aveva esposto le sue coloratissime statue a Largo San Martino nell'estate del 2023, ha pensato di trasformare la sua aragosta in un surreale messaggero che viaggia tra passato e presente.  

Ad ingresso del Museo, dunque, è possibile trovare diverse opere che, pur riecheggiando il mondo dei cartoon, non rinunciano a svelare i propri riferimenti dotti: ecco, dunque, le grandi tele in cui la lotta tra le aragoste sembra una rielaborazione postmoderna della battaglia di Isso, i quadri che riprendono i mosaici pompeiani con polpo e aragosta, le sculture marmoree con riferimenti al mito di Perseo testimoniato in vari affreschi vesuviani. Non mancano anche resine che, in forme e colori, ricordano le ceramiche greche e magnogreche. 

«L'arte contemporanea al Museo Archeologico Nazionale con un percorso che coinvolgerà non soltanto i più piccoli visitatori e le loro famiglie, ma anche gli appassionati di arte classica: le opere di Colbert, infatti, sono un atto d'amore verso le nostre radici culturali, che ci riportano all'antichità», commenta il Direttore Generale dei Musei del Ministero della Cultura, Massimo Osanna. 

«Ho realizzato un sogno - aggiunge Colbert - e sono felice di tornare a Napoli in un luogo del mio cuore, come il Museo Archeologico Nazionale di Napoli. La fantasia, che è sempre proiettata verso il futuro, diviene poesia quando incontra il passato: vorrei trasmettere questo messaggio a tutti i visitatori, in particolare ai più giovani».

Definito dal giornalista André Leon Talley come «il figlioccio di Andy Warhol», Colbert (classe 1979), laureato in filosofia all'University St. Andrews, spazia da sempre tra scultura, pittura, arredo e design; ha collaborato con Adidas, Asus e Moleskine.

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Il Mattino