Pozzuoli, l'autore Maurizio Ponticello presenta «La vera storia di Martia Basile»

Maurizio Ponticello
Un’autentica eroina, uno dei simboli della condizione femminile tra Rinascimento ed età barocca, approda a Pozzuoli nel mese intitolato alle donne. Sabato 19 marzo...

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Un’autentica eroina, uno dei simboli della condizione femminile tra Rinascimento ed età barocca, approda a Pozzuoli nel mese intitolato alle donne. Sabato 19 marzo alle 11,30 a palazzo Migliaresi al Rione Terra, lo scrittore giornalista Maurizio Ponticello, autore de “La vera storia di Martia Basile”, presenterà il suo ultimo lavoro, già candidato alla LXXV edizione del Premio Strega, e attualmente nella terna finalista del premio Amalago presieduto dal professor Stefano Zecchi. All’evento, a cura di Lalla Quintavalle che modererà l’incontro, saranno presenti al dialogo con l’autore l’avvocato Marzia Di Meglio, consigliera delegata alle pari opportunità del Comune, la docente Maddalena Annigliato e la professoressa della Federico II Francesca Marone, responsabile del laboratorio Interdisciplinare di studi e ricerche “Donne, genere e formazione”.

A dar voce alla giovane Martia Basile sarà l’attrice Anna Moriello mentre il cantante Enzo Carro interpreterà alcune villanelle dell’epoca. L’evento è patrocinato dal Comune di Pozzuoli, dalla commissione pari opportunità e realizzato in collaborazione con la libreria Phlegraea SocialBookbar. Ma chi era Martia Basile? Perché tanto rumore per una sconosciuta? Quello di Maurizio Ponticello è un romanzo storico potente, toccante, spietato ed estremamente attuale, caratterizzato da una scrittura immersiva ed evocativa, impreziosita in alcuni passaggi da una versione addolcita del dialetto parlato al tempo in cui si sono svolti i fatti. Un’opera di grande spessore che lascia senza fiato, che fa arrabbiare e fa commuovere.

Martia Basile ha vissuto la sua breve esistenza nella Napoli a cavallo tra il XVI e XVII secolo, ma il suo coraggio e la sua passione sono senza tempo, viaggiano attraverso le epoche e raccontano una vicenda drammatica e oscura con al centro, però, un luminoso puntino di luce, troppo piccolo per non essere offuscato dalla violenza e dalla meschinità ma abbastanza tenace da resistere, nonostante tutto, alla prova dei secoli. L’autore riporta in vita la figura della Basile restituendole la voce che le era stata strappata; una voce che imprecisioni storiche e censure avevano contribuito a loro volta a soffocare, per quanto la giovane donna fosse considerata un’eroina da buona parte dei suoi contemporanei. La vicenda della vita travagliata di Martia era infatti ben conosciuta, soprattutto grazie al poemetto popolare del poeta napoletano Giovanni della Carrettòla, che l’aveva quasi certamente conosciuta.

Ed è proprio il personaggio realmente vissuto del menestrello Giovanni a cantare la storia della donna in apertura del romanzo: «Dovete darmi udienza affinché le avventure di Martia Basile non si spengano nel nulla comme ’na notte senza luna. Avvicinatevi, accurrite, prendete posto, allumatevi e aprite ’e rrecchie: nu cùnto accussì non l’avete mai manco addorato». I lettori stessi devono prendere seriamente queste parole, perché una vicenda come quella di Martia Basile dovrebbe uscire solo dalla penna di un autore ispirato. Martia è stata una sposa bambina, ceduta dal padre per pochi spiccioli a don Domizio Guarnieri, e la loro prima notte di nozze riesce a turbare per il suo feroce realismo, per la brutalità di un uomo che «come una suola di scarpa calpesta un fiore innocente»; ha vissuto la misoginia più umiliante e il dolore più atroce ma ha anche sperimentato il grande potere femminile, ha imparato a contare solo sulle sue forze, e per questo motivo è riuscita a sentirsi libera.

E, infine, ha scoperto anche cos’è l’amore. Sullo sfondo di una Napoli capitale misera, indecente e superstiziosa, Maurizio Ponticello ci presenta la struggente storia di una giovane indomita, tenace e dalla leggendaria bellezza: «C’era del fuoco vivo in quella donna».

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Il Mattino