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È Federica Arcoraci la vincitrice della VI edizione del Premio Nazionale Ezio De Felice per gli studi di Museografia e Museologia. Nel Teatro di Palazzo Donn’Anna, ieri martedì 6 dicembre, la giuria presieduta da Eugenio La Rocca e composta da Gabriella Belli, Roberto Fedele, Margherita Guccione e Angela Tecce ha espresso a tutti i candidati il proprio apprezzamento per l'eccellente qualità scientifica dei lavori presentati e, dopo la presentazione delle tre tesi arrivate in finale, ha proclamato la vincitrice e i due finalisti.
Dopo i vincitori delle scorse edizioni provenienti da Bologna, Palermo, Roma e Napoli è la volta di Federica Arcoraci dell’Università Ca’ Foscari di Venezia che si aggiudica il Premio. La vincitrice, che ha ritirato la targa e riceverà un riconoscimento in denaro, ha illustrato il suo lavoro «Ripensare il ruolo delle istituzioni museali per il contemporaneo – una prospettiva critica e dialogica». La cerimonia è stata salutata dalla lectio magistralis di Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte, già Direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa che ha conferito sul tema «Mettersi in mostre.
Il Premio Nazionale Ezio De Felice è destinato alle tesi di laurea Magistrale che abbiano particolari qualità analitiche e metodologiche, e che contribuiscono a portare idee e proposte originali nel campo degli studi di museografia e di museologia. Gli altri finalisti che hanno ricevuto la targa di partecipazione al Premio, sono Patrizia Boldoni dell'Università degli Studi di Napoli Federico II con una ricerca dal titolo «Stabiae nitescentes - il Parco archeologico degli scavi di Stabia e l'allestimento del museo archeologico nella Reggia di Quisisana», e Alessandro Medina del Politecnico di Milano che ha illustrato lo studio «Mipa - Museo itinerante partecipato - Storie allestite per la riattivazione dei luoghi».
Il Premio Nazionale Ezio De Felice per gli studi di Museografia e Museologia è stato istituito da Eirene Sbriziolo nel 2010 per commemorare i dieci anni dalla scomparsa dell’architetto napoletano, con l’intento di incoraggiare e valorizzare le ricerche e il talento dei giovani studiosi per i musei. Le ricerche presentate in questi anni, tutte di neolaureati che non abbiano superato i 30 anni di età, spaziano dalla riorganizzazione di musei esistenti al recupero ai fini museali di architetture dismesse e ancora all’educazione al patrimonio, alla fruizione emotiva dell’opera, e al rapporto fra passato e contemporaneità, fra museo e territorio.
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