La devozione a Sant’Antonino, patrono di Sorrento, in questi giorni, è caratterizzata da una ritualità che sfida i secoli con i suoi appuntamenti fissi. Oggi,...
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Per la vigilia, la consueta processione nella piazza si concluderà con l’intervento dell’arcivescovo di Sorrento-Castellammare, monsignor Francesco Alfano. In serata la cerimonia dei vespri solenni segnerà la fine della novena durante la quale, anche quest’anno, si rinnova il gemellaggio tra Sorrento e Campagna, la cittadina salernitana dove nacque Sant’Antonino.
La devozione raggiunge le punte più alte nel giorno della festa: venerdì 14 febbraio una folla di fedeli raggiunge la basilica da tutta la penisola sorrentina per partecipare alla santa messa e scendere nella cripta, il cosiddetto “succorpo”, dove il patrono è sepolto. Tutti a segnarsi con l’olio benedetto di cui è unta la lamina d’argento dietro la statua di Sant’Antonino. In tanti a soffermarsi davanti alle tele che raffigurano gli interventi del santo a protezione della gente di Sorrento, come la liberazione dalla peste del 1656. Nel giorno della festa si svolge anche la processione dietro l’antica statua d’argento del patrono, opera dell’orafo Scipio di Costantio del 1574, portata a spalle per la città dagli uomini di mare di Marina Piccola, con autorità civili e militari, le confraternite laicali.
I lavori in atto anche alla facciata laterale, intanto, manifestano l’impegno profuso dal rettore per la cura della Basilica, ieri come oggi, punto di riferimento per Sorrento e dintorni. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino