Sorrento Classica Festival al Chiostro di San Francesco, in cartellone Peppe Servillo & Solis String Quartet

Di scena lo spettacolo Carosonamente con i grandi classici

Servillo e Solis String Quartet
Venerdì con inizio alle ore 21.15 l’ottavo appuntamento con la rassegna Sorrento Classica Festival 2023, organizzata e promossa dal Comune di Sorrento e dalla S.C.S....

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Venerdì con inizio alle ore 21.15 l’ottavo appuntamento con la rassegna Sorrento Classica Festival 2023, organizzata e promossa dal Comune di Sorrento e dalla S.C.S. Società dei Concerti di Sorrento con la direzione artistica del maestro Paolo Scibilia, ci proporrà lo spettacolo “Carosonamente” di e con Peppe Servillo & Solis String Quartet, evento interamente dedicato ad uno dei musicisti più istrionici del panorama musicale partenopeo e applaudito in tutto il mondo: Renato Carosone.

Dai classici “Tu vuo’ fa l’americano”, “Torero” e  “’O sarracino”, alle canzoni meno famose come “Tre guagliune” e “‘Nu mandolino” a capolavori carichi d’ironia come “Pigliate ‘na pastiglia” fino a raggiungere canzoni e testi melanconiche del dopoguerra come “Giacca rossa ‘e russetto” e “T’aspetto ‘ e nove”, in un connubio affascinante tra musica e parole, storie vere e credenze popolari.

La musica di Carosone, come sottolineato da molti critici, è inclusiva perché non ha paura del diverso ma lo accoglie con ammirazione e curiosità.  La sua arte è formativa perché ha le sue radici in studi accademici e allo stesso tempo si nutre della strada e del quotidiano, inventa ed innova un genere portandolo per la prima volta nelle case degli italiani attraverso la neonata televisione. Come ha affermato lo stesso Peppe Servillo in sede di presentazione del progetto: «Si ride con le canzoni, ma non solo, Renato ci commuove, si commuove guardando con carezzevole ironia i suoi toreri, saraceni e americani. Carosone pensa con affetto la sua gente, il suo mare, i suoi porti e la sua terra con un umorismo semplice, dal basso, senza sarcasmo, senza potere, senza cattiveria nel sorriso. Egli ci porta lontano, sbagliando volutamente strada, per un imprevisto musicale e di parola, noi lo seguiamo sperando di non fare danni, magari ci travestiamo e fra di noi non ci riconosciamo».

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Il Mattino