Ricerca scientifica, Stazione Zoologica Anton Dohrn nella top 10 per la biologia marina mondiale

Ricerca scientifica, Stazione Zoologica Anton Dohrn nella top 10 per la biologia marina mondiale
La Stazione Zoologica Anton Dohrn – Istituto di Biologia Ecologia e Biotecnologie marine è stato incluso tra le 10 migliori istituzioni al mondo nell’ambito...

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La Stazione Zoologica Anton Dohrn – Istituto di Biologia Ecologia e Biotecnologie marine è stato incluso tra le 10 migliori istituzioni al mondo nell’ambito della biologia marina. A decretarlo è Expertscape, la piattaforma mondiale che registra l’impatto scientifico e la reputazione di scienziati, università ed enti di ricerca, dopo aver effettuato uno studio comparativo tra oltre 1000 istituti di ricerca. La Stazione Zoologica ad oggi è l’unico ente di ricerca italiano a essere entrato nella top 10 che include prestigiose istituzioni internazionali come Centre National de la Recherche Scientifique (Francia), l’Università del Queensland (Australlia), l’Università della California San Diego e lo Scripps Institution of Oceanography (USA). Fondata nel 1872 da Anton Dohrn, pioniere dell’evoluzionismo, l’Ente celebrerà tra pochi mesi il suo 150° anniversario di ricerche dedicate al mare.

La ricerca biologica in mare rappresenta un’area scientifica in grandissima crescita a livello mondiale. «La biologia marina è una disciplina fondamentale per la transizione ecologica nel nostro Paese e a livello mondiale, perché offre soluzioni per rendere sostenibile la crescita dell’economia blu. Basti pensare alla gestione della pesca o allo sviluppo delle energie rinnovabili dal mare, come l’eolico e il solare offshore, che richiedono studi per renderle pienamente eco-compatibili», spiega Roberto Danovaro, presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn, Istituto nazionale per la Biologia, Ecologia e Biotecnologie marine. «Resta tuttavia ancora tantissimo da fare. Mari e oceani – aggiunge Danovaro – sono la più grande riserva di biodiversità del Pianeta e sono ancora quasi del tutto inesplorati e gli abissi marini, pur coprendo circa la metà della superficie della terra sono stati studiati solo per lo 0.001%».

«Ci sono ancora moltissime sfide che dobbiamo affrontare» conclude lo scienziato. «La biologia marina in Italia ha raggiunto risultati importanti, ma non abbiamo ancora neanche mappato gli habitat marini. L’Italia include il 15% del Mediterraneo e ha nel mare straordinarie prospettive di crescita sostenibile. Fare una carta tematica delle potenzialità di sviluppo dei mari italiani è un impegno che il nostro Paese, con oltre 8700 km di coste, non può rimandare. Anche perché la crescita della nostra economia sostenibile dipenderà molto anche da mare». È un messaggio rivolto anche al Governo affinché sia più consapevole dell’importanza di questo settore strategico anche oltre i confini della ricerca.

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Il Mattino