Successo per il debutto di Maestri di Strada e Trerrote al Piccolo Bellini con «La Quasi Storia di Romeo e Giulietta»

Successo per il debutto di Maestri di Strada e Trerrote al Piccolo Bellini con «La Quasi Storia di Romeo e Giulietta»
Che cosa accadrebbe alla storia di Giulietta e Romeo, se Romeo fosse un insicuro e confuso adolescente chiuso in casa e travolto da sconvolgimenti ormonali e ansie di...

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Che cosa accadrebbe alla storia di Giulietta e Romeo, se Romeo fosse un insicuro e confuso adolescente chiuso in casa e travolto da sconvolgimenti ormonali e ansie di affermazione, mentre Giulietta un’irrequieta e insoddisfatta figlia di una famiglia popolare arricchitasi troppo in fretta? E se Paride avesse i capelli rossi e abitasse al lotto 0 di Ponticelli? E se i due giovani fossero abbastanza disillusi sull’amore e consapevoli della sventurata sorte che li attende incontrandosi? Riuscirebbero ancora trovare un senso per cedere alla loro inevitabile attrazione accentando un destino che sembra già deciso dalle stelle? Se tutto ciò accadesse forse quello a cui assistereste venendo a teatro non sarebbe più la tragedia romantica più nota di tutti i tempi ma la Quasi storia di Giulietta e Romeo  di Maestri di Strada onlus e l’Associazione Trerrote (Teatro - Ricerca - Educazione), diretto da Nicola Laieta, che ha debuttato al Piccolo Bellini di Napoli agli inizi di marzo.

Lo spettacolo è il risultato del percorso laboratoriale che si tiene ogni anno con gli adolescenti dei Maestri di Strada e con giovani studenti universitari e attori, gli educ-attori dell’associazione Teatro Ricerca Educazione, laboratorio teatrale ed educativo intergenerazionale che aiuta i più giovani a esprimere tutte le proprie potenzialità ispirati e accolti dai propri compagni di lavoro più grandi.

Partiti dalle immagini e scene contenute nel testo a cui giovani si sentivano più vicini, per costruire attorno ad esse una narrazione dell’adolescenza e dell’amore che raccontasse la storia degli innamorati più famosi e sfortunati della letteratura teatrale con il pensiero, il sentire le parole e l’agire dei nostri giovanissimi attori. Definita Quasi storia perché l’insieme dei frammenti delle annotazioni, narrazioni, improvvisazioni nate dall'attraversamento della tragedia shakespeariana è sembrata la maniera più sincera e efficace per far rivivere nei corpi degli adolescenti, il palpitare vitale del cuore di Giulietta e del suo Romeo. Per la quinta stagione, le due associazioni sono ritornate nel teatro storico di via Conte di Ruvo, confermando la loro collaborazione.

«Cosa può scuoterci da quella sensazione di impotenza, di insignificanza, irrilevanza», spiega il regista. «A cui il nostro tempo sembra aver relegato, giovani e vecchi, donne e uomini in poche parole gli esseri umani? Quali sono i venti che ancora agitano la nostra anima, che ci muovono verso la vita, che ci spingono a darle la forma che desideriamo? È ancora l’amore? Ne abbiamo chiesto conto ai nostri ragazzi attraversando insieme la tragedia romantica più nota di tutti i tempi e interrogandoci sulle scelte dei due più celebri e sventurati amanti della letteratura teatrale pronti a morire pur di dar compimento al loro amore. E sono tante le risposte, le brezze e correnti che hanno evocato i nostri giovani attori: tornado pronti a distruggere ogni cosa, zefiri solitari e bonaccie da impantanamento. Un oscillare continuo tra sovrastimolazioni e depressioni, tra il sentirsi in colpa al perdersi anche una sola delle occasioni che paiono balenarci davanti sui nostri dispositivi elettronici e quella costante ansia da prestazione che pare essere l’unica garanzia di efficienza e produttività per l’affermarsi del nostro io nel mondo. Eppure accanto a questo frustrante moto perpetuo verso il godimento e il successo abbiamo scoperto affiorare dentro di loro e noi un irresistibile desiderio di resa, scomparsa, ammutinamento a questa nuovo mondo e alle sue subdole forme di asservimento. Scegliere e scegliersi pare essere l’unico antidoto all’alternarsi tra onnipotenza e impotenza, scegliere e prendersi cura di chi e cosa si è scelto di amare poiché parafrasando il Bardo del “Giulio Cesare” la colpa non è nelle nostre stelle ma in noi che ne restiamo schiavi».

«Nei giorni 2 e 3 marzo è andato in scena La quasi storia di Romeo e Giulietta», dichiara Cesare Moreno, il presidente Maestri di Strada. «Spettacolo prodotto da Maestri di Strada insieme all’Associazione Trerrote, con la regia e la drammaturgia di Nicola Laieta. La preparazione di questo spettacolo si è intrecciata con l’andamento della pandemia che ha determinato spostamenti di date, interruzioni dovute a varie quarantene tra gli operatori, ma soprattutto si è intrecciata con la situazione di dubbio ed incertezza che sta attraversando la vita di tutti i giovani provati da due anni di pandemia. Forse proprio per questo e per la condizione generale che vivono i giovani di periferia la lettura di Romeo e Giulietta ha preso una curvatura particolare insistendo sulla solitudine di questi due giovanissimi di fonte alle difficili scelte che si sono trovati ad affrontare: una assenza di adulti solidali, che ascoltino veramente i giovani che è all’origine della tragedia e degli equivoci che portano alla morte di entrambi i giovani amanti. Forse è questa la lezione per noi».

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Il Mattino