Teatro Nazionale di Napoli, in streaming il nuovo lavoro del regista Lucio Fiorentino

Teatro Nazionale di Napoli, in streaming il nuovo lavoro del regista Lucio Fiorentino
Proseguono le attività del Teatro di Napoli-Teatro Nazionale diretto da Roberto Andò in attesa che le porte dei teatri Mercadante e San Ferdinando (come quelli di...

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Proseguono le attività del Teatro di Napoli-Teatro Nazionale diretto da Roberto Andò in attesa che le porte dei teatri Mercadante e San Ferdinando (come quelli di tutti i teatri della città e italiani) riaprano di nuovo al pubblico.

Nell’ambito dei progetti messi in campo e prodotti dal Nazionale napoletano all’interno della programmazione 2020/2021, il nuovo appuntamento è per sabato 20 febbraio dalle 20.30, con la visione in streaming sui canali social facebook, instagram, youtube e sul sito del teatro www. teatrodinapoli.it, del nuovo documentario firmato dal regista Lucio Fiorentino dal titolo Prenditi cura di me, racconto su Spacciatore; sue le riprese, il montaggio e la regia.

Della durata di 30’, al film hanno collaborato, per le integrazioni animate la Mad Entertainment di Luciano Stella e Maria Carolina Terzi, ideazione di Dario Sansone, supervisione di Ivan Cappiello, animazioni di Marica Maringolo. La produzione è del Teatro di Napoli-Teatro Nazionale.

Realizzato in occasione e intorno alla messa in scena dello spettacolo Spacciatore, una sceneggiata, che il regista Pierpaolo Sepe ha allestito al Teatro San Ferdinando di Napoli, dove sarebbe dovuto andare in scena lo scorso 22 dicembre, annullato a causa delle restrizioni governative anti-covid, «Prenditi cura di me – ha spiegato Lucio Fiorentino – è un progetto nato sul tema del necessario incontro con il pubblico, un lungo abbraccio tra chi è sulla scena e chi partecipa in platea. Un viaggio nelle radici popolari di questo incontro tramite la sceneggiata, in un tempio del teatro napoletano classico. Un incontro per ora mancato nel tempo degli abbracci mancati e dei teatri chiusi. Per sottolineare, in fondo, che il teatro o è amore per il pubblico o non è».

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Il Mattino